L’ultima fatica letteraria di Gianfranco Angelucci presentata il 23 febbraio a Gabicce Mare

di LORENA PARIS-

“La vita e altri imprevisti” di Gianfranco Angelucci.  Il  nuovo libro di Gianfranco Angelucci si intitola “La vita e altri imprevisti”,  pubblicato da Poiesis Editrice per la collana “Le rive dei narratori”. Letto  e anche piacevolmente riletto.  Perché  un bel libro –  come una bella  poesia o un bel film  –  necessita di “riletture”, al fine di poter e voler  cogliere sia  aspetti e “messaggi”  dell’autore,  meno palesi,  sia emozioni che possono  affiorare nuovamente  e,  non  di meno,  per  ancor meglio apprezzare  la fluidità  della penna di Angelucci.  La capacità espressiva  delle sue  parole così giuste, precise, eleganti,  che egli sceglie di usare,  con poetica naturalezza.

Parole, delle quali il  significato e  il significante  tracciano il sentiero della suggestione.
Gianfranco Angelucci racconta di accadimenti e sentimenti che  hanno lasciato in lui  un segno, uno stupore,  che  hanno catturato la sua  attenzione e aperto la via dello sguardo verso la ricerca della  tenue comprensione dell’incomprensibile.
Si tratta,  infatti,  del suo primo libro di racconti, storie luminose, situazioni vere, fatti  realmente accaduti che egli ci regala con la sua puntuale e sapiente  narrazione.  Episodi di vita, quindi, con i suoi  imprevisti, non intesi come contrattempi  od ostacoli , ma come  coincidenze,  impenetrabili  trait  d’union, tra la realtà e l’immaginazione. Il  nesso  tra sacralità e naturalità, materialità  e spiritualità.  I leitmotiv delle bellissime e “magiche”  storie  sono i segnali imprevedibili, la sincronicità e  il legame  di  circostanze  che risultano  unite da un  filo invisibile  e che intreccia ad esso  gli esseri viventi,  i sentimenti, le cose,  i luoghi, il tempo.
Lo stesso Angelucci confessa nel libro che, dopo la scomparsa di Federico Fellini,  continuavano ad accadergli episodi che egli stentava a decifrare ma  che lo  facevano sentire vicino ad  un prodigio.
I  racconti ci regalano   la chiave per aprire la porta
dell’ incredulità , delle piccole meraviglie che ci riserva la vita, delle vibrazioni spirituali,  che possono giungere a chi le può, o  vuole,   riconoscere e  accogliere.
Amabili  e carichi di ricordi  i brani  legati a Fellini, del  resto l’autore è stato suo  grande amico e prezioso collaboratore, per decenni. La presenza di Fellini, quindi,  aleggia  in varie parti del libro, in alcune il  grande Maestro del cinema ne è  protagonista. Commovente e  intenso è  il capitolo dal titolo “Labirinto”  dedicato al suo incontro con Giulietta Masina, gli inizi della loro carriera, i grandi successi e riconoscimenti ottenuti in tutto il mondo. Due destini incrociati,  coincidenze contemporanee che  possono prender vita o meno , così  come metaforicamente  rappresentato in una  scena del film “Amarcord” e  che  Angelucci ricorda alla fine del  capitolo.
I brani intitolati:  “Iside”, “Cloche”, “Marinaretto”,  “Arpa”, “Scambista” testimoniano fatti pervasi da  segnali  intriganti e inspiegabili. Combinazioni di circostanze  che sembrano lasciar intendere un  disegno, un destino preordinato e  anche un pizzico di malia.
Menzione a parte merita l’ultima  storia del libro,  che rivela  la splendida  coincidenza che fa da spunto al ricordo dell’ amico,  artista  e poeta Tonino Guerra,  nonché ai suoi versi famosi. Scrive  di lui  Gianfranco Angelucci: ” Aveva provato  a convincere la gente che la poesia non è soltanto quella che si legge nei libri, ma è la misura del nostro sguardo, la rivelazione del creato, e il suo sacro rispetto. Anzi, senza la poesia,  il mondo non esisterebbe affatto, perché è il Verbo,  come affermano le Scritture che “in principio” crea esseri e oggetti donando loro un nome.”
Non posso non segnalare i miei brani  preferiti: “Mackintosh”, “Formichina”, “Clandestino” “Cervo” “Justine” “Buck”. Attraverso  la loro  lettura,  infatti, la  commozione si è  fatta densa e profonda. Un filo  prezioso, lucente e magico  ha unito  –  anche da un capo all’ altro del mondo – i   protagonisti delle storie, le persone, gli animali,  questi ultimi da sembrare quasi  umanizzati nel loro  comportamento, specchio di sentimenti.  Angelucci  conferisce  attenzione poetica alle sue “casuali” esperienze, che casuali non sono,  alcune avvenute  anni fa, ma mai dimenticate e  descritte   in modo affascinante,   vivido  e intenso.
Le coincidenze viaggiano sul binario della buona attenzione e  relazione, con e per  il “mondo”.  Esse sono parte  integrante del complesso puro,  vitale e naturale della nostra esistenza. Non credo che la  questione sia  credervi o no. Esse accadono.
“La vita e altri imprevisti” di Gianfranco Angelucci ne  è  la lucida prova, l’ammaliante testimonianza che da quel meraviglioso “Suono Madre” da cui è  nata la vita, siamo stati, siamo,  saremo,  finché  l’Universo lo vorrà, sempre in sintonia.
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