di ANNA MARIA STEFANINI-
VITERBO – Ore 15 del 27 agosto. 36 gradi all’ombra. Alla chiesa di Santa Barbara, inizia l’ultima lezione del prof. Massimo Agneni. Suona la campana, tristemente, e suona la campanella sull’altare. Comincia la lezione del Magister; ancora una volta una lezione d’amore, d’accoglienza, di inclusione. Lui in cattedra, fra i fiori, circondato d’amore, di stima, di rispetto, sotto l’altare. Noi ad ascoltare, tramite le parole profonde dei sacerdoti, “la sua voce” – che sembra risuonare dentro di noi – e quanto ha ancora da insegnarci. All’appello non manca nessuno: l’aula della chiesa è completamente gremita. Ci sono tutte le generazioni intorno al Maestro: la mamma, le sorelle, coloro che lo hanno visto crescere; chi lo ha conosciuto fin da ragazzo, con qualche capello bianco in più, che osserva incredulo e con le lacrime agli occhi la bara; chi lo ha avuto come collega o professore; chi lo ha conosciuto in ambito sportivo, nelle girate per la Tuscia; i suoi amati alunni; chi gli è stato vicino, con dedizione e amore, nella salute e nella malattia. Si, nella lunga malattia, durante la quale tanti gli sono stati vicini. Lui aveva sempre un sorriso e una battuta per tutti quanti. “Tutte de ‘n sentimento”, come si dice a Viterbo, ad ascoltare le parole d’amore e di gratitudine della sorella, di don Claudio, di don Egidio. Quando è ben fatta, una lezione si eleva alla massima potenza, creando una profonda partecipazione e lasciando segni indelebili nell’animo. L’ ultima lezione d’Amore e di Bellezza di Massimo, su questa Terra, della quale tutti dobbiamo fare tesoro, ha unito i presenti in un lungo, grande, ultimo abbraccio, nella convinzione che i semi di amicizia, inclusione e solidarietà che egli ha gettato germoglieranno qui per ricordarlo e rinnovare il percorso che lui ha iniziato, magari fra i suoi amati boschi, fino alla vetta della Palanzana, dove una croce sta a ricordare che la vita non termina qui. Nulla si interrompe, perchè l’amore resta, si trasforma, si rigenera. Come nella Natura, che lui adorava, così nella storia dei corsi e dei ricorsi e nelle parole che si scrivono e si dicono, che ritornano nella mente, anche dopo anni, a darci forza e coraggio nelle avversità. La minimacchina di Santa Barbara ha accolto il suo arrivo in chiesa, fra i fiori e i messaggi. Ha accolto l’uomo, il professore, l’amico di tutti, per dirgli ancora una volta:”Grazie, Massimo!’ Don Claudio ha ricordato le parole di sua nonna:” La grandezza di un uomo si vede anche nel giorno dei suoi funerali”. Quelli di Massimo sono stati la testimonianza di come lui sia sempre riuscito a fare “gruppo”, a mantenere amicizie lunghe una vita, a crearne di nuove, a unire, a ex-ducere, tirando fuori il meglio di ciascuno di noi.
Così, nessuno oggi è voluto mancare, non ci sono state giustificazioni: ognuno ha voluto ricordare, con profondo affetto, con stima e gratitudine, l’amico ma anche la figura del Professor Massimo Agneni, che alla scuola ha dedicato il suo impegno professionale e umano, profuso senza mai risparmiarsi e “senza guardare l’orologio”, con energia, competenza, abnegazione, per fornire ai ragazzi conoscenze e competenze ma anche – soprattutto – per formarli in senso molto più ampio, dando loro basi solide come persone e come cittadini e valori da portare nella vita, orgoglioso di appartenere a un’istituzione pubblica unica e universale. Il suo impegno professionale, mai pago dei risultati raggiunti e pronto sempre a guardare avanti per raggiungere nuovi traguardi, è sempre stato caratterizzato da profondo senso di umanità, proprio di un uomo di rara sensibilità e sincera umiltà.
Di questo e di molto altro gli saremo sempre grati. Un lungo applauso lo ha accompagnato nella sua ultima “girata”, ringraziandolo per averci fatto comprendere che noi siamo solo parte di un tutto e che ogni gesto d’amore e d’inclusione che ognuno di noi compie verso gli altri è il segno della presenza di Dio sulla Terra.