L’ultimo Natale di Santa Rosa

VITERBO – Non fu certo un Natale sereno l’ultimo vissuto da Santa Rosa. Il 4 Dicembre 1250 il podestà, Mainetto di Bovolo, aveva convocato i genitori di Rosa e ingiunto l’esilio immediato a tutta la famiglia. Un drastico provvedimento motivato dalla predicazione di Rosa per le vie e le piazze di Viterbo, non certo rivoluzionaria nei contenuti fedelmente ancorati alla dottrina cattolica, ma interpretata dai ghibellini in chiave politica come antimperiale.
C’è anche da dire che la visibilità che si era acquistata Rosa insieme alle donne che la accompagnavano non era ben accetta anche dalla Chiesa che non tollerava come una donna ardisse predicare il Vangelo, tanto più in pubblico, compito ritenuto allora esclusivo dei chierici.
Così la famiglia di Rosa, in pieno inverno, dovette abbandonare la città dirigendosi verso Soriano. Da qui, dopo qualche giorno, si spostò a Vitorchiano, dove Rosa restituì la vista ad una donna cieca e disputò con una eretica superando indenne la prova del fuoco.
Non sappiamo di preciso quando Rosa fece ritorno a Viterbo. Secondo gli storici, gli Statuti della città di quel tempo stabilivano la durata dell’esilio in quindici giorni, ma non è improbabile che Rosa abbia trascorso l’ultimo Natale della sua vita da esiliata, impossibilitata a rientrare in città a causa delle condizioni delle strade in pieno rigore invernale.
L’ultimo Natale della nostra Santa la rende in qualche modo vicina al Natale di Gesù, che nasce lontano dal suo paese e poco dopo sperimenta con la Sacra Famiglia la strada dell’esilio.

Don Mario Brizi
Vicario Parrocchiale

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