di MARIELLA ZADRO-
VITERBO – Nell’ambito delle iniziative dell’Università Età Libera, soci e simpatizzanti, hanno voluto ricordare il 25 novembre, Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, presso il Teatro parrocchiale San Leonardo Murialdo.
L’evento “NON UNA DI PIU’” patrocinato dal Lions Club Viterbo ha visto la presenza della scrittrice Roberta Mezzabarba, che ha presentato il suo libro “Le confessioni di una concubina” e la Dott.ssa Paola Conti, Sostituto Procuratore della Repubblica, presso il tribunale di Viterbo che ha partecipato alla tavola rotonda.
I saluti istituzionali sono arrivati dal Pro-Rettore Dott. Bruno Mongiardo, che ha sottolineato l’importanza di questo incontro, ringraziando la vicepresidente ADMO Lazio Paola Massarelli, Fabio Barzellotti presidente dell’ASS. “Lo zucchero filato Aps” e il numeroso pubblico presente.
A seguire la presentazione della scrittrice da parte del presidente Lions Club Viterbo Paolo Cannone, che utilizzando un video ha introdotto l’opera e sintetizzato il suo scritto:
“Le confessioni di una concubina, è una storia di violenza domestica e di abusi psicologici. Misia, una giovane donna, e la sua vita monocromatica, che passo dopo passo, si tingerà sempre più di nero, un nero che sa di tristezza, di paura, di lutto. E in un’escalation di violenza, quando la situazione diverrà irreparabile, impossibile da sopportare, la soluzione sembrerà essere solo una… Ma la vita a volte riesce a sorprendere e, seppure questo non rappresenterà un’equa ricompensa dei mali subiti, forse con il tempo riuscirà a mitigare i ricordi, smorzando spigoli vivi e aprendo un insperato spiraglio di luce. Ognuna di noi merita una vita a colori, merita di essere artefice del proprio destino, senza soccombere più, per essere finalmente libera di amare, di amarsi”.
Molti gli spunti di riflessione che sono stati accolti dal Sostituto Procuratore Conti e nella tavola rotonda “Dalla Narrazione alla Realtà “le hanno permesso di descrivere il lavoro che ogni giorno svolge con alcuni colleghi, per le denunce di violenze, che arrivano nei loro uffici.
Una particolare spiegazione che ha alimentato un ricco dibattito al quale hanno partecipato molti dei presenti, in un confronto interessante.