Ma quale orgoglio, solo orrore!

di MARCO ZAPPA-

VITERBO -Perché una persona deve arrivare a fare una cosa del genere? Cosa credeva?
Occorreva tanta pagliacciata per dare fierezza dignità e riscatto alla sua persona e a coloro che crede di rappresentare? Si perché di pagliacciata si tratta.
Avrei sostenuto lo stesso anche se costui fosse stato un artista (è ora di farla finita col concedere ogni licenza poetica a chi lavora nel campo della creatività), oltretutto in questo caso specifico non c’è neanche il buon gusto ma solo orrore.
L’autore di si tanta geniale idea, se proprio aveva questo desiderio impellente di travestirsi da madre di Gesù,  poteva almeno tagliarsi la barba, se non altro per un minimo gusto estetico, ma qui non siamo davanti a concetti così raffinati, ormai si cerca la “trovatina” a tutti i costi e un bel pugno in faccia alla gente è quello che ci vuole.
Vero?
Certo che è andata così anche se altri prima di lui hanno scandagliato le possibilità della provocazione per emergere dalla normalità, come il fotografo Toscani nelle campagne per Benetton.
No mio caro, non è questa la strada dell’orgoglio e del rispetto perché chi lo pretende deve prima farlo verso gli altri, fossero anche dei poveracci bigotti come noi che si battono il petto in chiesa e che nella nostra ignoranza siamo attaccati a piccolezze come il presepio, il “buon Natale” ed altre amenità del genere.
E non mi si vengano a raccontare altre stupidaggini circa una simile carnevalata che solo e rimane tale.
Mi piacerebbe però che questi geni della provocazione si esprimessero almeno per una volta in modo analogo nei confronti della religione islamica (sicuramente più repressiva della cattolica, soprattutto nei confronti dei gay ma sapete, la testolina se pur barbuta, è assai preziosa per questi paladini di chissà quali crociate) magari travestendosi da Maometto, oppure facessero una performance in un paese dove regna il buon vecchio comunismo.
Che usino queste icone per le loro carnevalate e vediamo cosa succede.
Che si esprimano liberamente in Corea del Nord magari attraverso una parodia del simpatico faccione di Kim Jong-un…
Allora si che occorrerebbe vero coraggio, altro che la loro viltà.
L’autore di questa mascherata appare come un represso piuttosto che uno capace di condurre la vita normalmente e cioè esprimendo se stesso e le proprie qualità nella quotidianità, con le sue convinzioni, la capacità di amare e i propri gusti sessuali, come facciamo tutti del resto senza quel bisogno di protagonismo e dell’apparire.
Come sempre ho sostenuto ogni essere umano lo è a prescindere dalle idee, dalla razza, dal sesso… e chi più ne ha più ne metta.
Viviamo ogni giorno una battaglia per sopravvivere e lo facciamo combattendo la normalità della vita con le nostre armi e con i nostri mezzi, a volte limitati.
Non ci servono I Batman o le Batgirl (se preferite).

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