Mala tempora currunt per i detenuti riottosi

ROMA- La camera ha approvato (a larghissima maggioranza) il Ddl 1660, col quale si istituisce in Italia: Il blocco stradale e quindi gli scioperi diventano reato penale con condanne fino a 2 anni di carcere; le proteste in carcere o nei Cpr possono essere punite col carcere fino a 20 anni; idem per chi protesta contro le grandi opere; anche la “propaganda” delle lotte è punibile fino a 6 anni, essendo considerata “terrorismo della parola”; carcere fino a 7 anni per chi occupa una casa sfitta o solidarizza con le occupazioni; Fino a 15 anni per resistenza attiva; fino a 4 anni per resistenza passiva (nuovo reato, ribattezzato “anti-Ghandi”); facoltà per forze dell’ordine di detenere una seconda arma personale al di fuori di quella di ordinanza e al di fuori del servizio.; carcere immediato anche per le madri incinte o con figli di età inferiore a un anno. Vietato agli immigrati senza permesso di soggiorno finanche l’uso del cellulare, vincolando l’acquisto della SIM al possesso del permesso.

Ora la parola passa al Senato, il quale sicuramente approverà la legge.

Mauro Nardella ( S.PP. Sindacato di Polizia Penitenziaria): “bene il reato di rivolta in carcere e che ci auguriamo raffreddi i bollenti spiriti di alcuni detenuti. Il Parlamento, però, rischia di fare i conti senza l’oste visto che con quello che il Senato andrà definitivamente ad approvare le carceri potrebbero inflazionarsi ancora di più rispetto a quanto non lo siano già. Non osiamo immaginare quindi quello che potrebbe accadere con un numero di poliziotti che si assottiglia sempre più. Un precedente purtroppo ce l’abbiamo ed è il decreto Caivano che negli istituti per minorenni ha creato il caos”

Il Vice Segretario Generale dell’SPP si dice felice….

“Nel vedere le pene aumentate nei confronti di chi si rende promotore di reati contro gli addetti al mantenimento dell’ordine. Così come non si può che essere cautamente contenti per la copertura delle spese per la tutela legale nei confronti degli operatori di polizia anche se su quest’ultima materia ci riserviamo di intraprendere percorsi di giubilo attesa la necessità di doversi confrontare con i bilanci delle varie amministrazioni di appartenenza. L’auspicio ora è che ci siano maggiori investimenti per la sicurezza e l’ordine perchè vivere in uno Stato più sicuro non ha prezzo.

 

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