VITERBO – Nel pomeriggio del 17 novembre, i Carabinieri della Compagnia di Viterbo hanno eseguito con successo un’ordinanza per l’applicazione di una misura cautelare della custodia in carcere, emessa dal Tribunale del capoluogo, nei confronti di un quarantacinquenne viterbese. L’uomo è stato ritenuto responsabile di estorsione e maltrattamenti ai danni del padre settantenne, con cui convive.
L’arresto è il risultato di approfondite indagini condotte dai militari della Stazione di San Martino al Cimino, che hanno evidenziato come l’indagato avesse sistematicamente prevaricato il padre con minacce, percosse e lesioni, costringendolo a continue elargizioni di denaro, stimato intorno ai 200.000 euro. Tale somma, secondo quanto emerso, veniva utilizzata per garantire al quarantacinquenne un regolare consumo di sostanze stupefacenti.
Nella stessa serata, il quarantacinquenne è stato associato alla casa circondariale di Mammagialla, a disposizione della competente Autorità Giudiziaria. La tempestività dell’operazione dimostra l’efficacia dell’Arma viterbese nell’affrontare situazioni di grave disagio familiare e crimini violenti.
In un contesto più ampio, emerge la forte sensibilità della Procura della Repubblica di Viterbo nei confronti delle vittime di violenze intrafamiliari. I magistrati hanno immediatamente compreso il contesto di sofferenza dell’anziano genitore, confermando l’impegno della magistratura nel contrastare tutte le forme di abuso e violenza di genere.
Quest’azione riflette l’impegno congiunto delle Forze dell’Ordine e della Magistratura nel garantire un ambiente sicuro e giusto per tutti i cittadini, sottolineando l’importanza di un intervento tempestivo per proteggere chi è vittima di abusi domestici. La vicenda mette in luce la necessità di una costante attenzione alle dinamiche familiari e al benessere degli individui più vulnerabili nella società.
PRESUNZIONE DI INNOCENZA
Il soggetto indagato è persona nei cui confronti vengono fatte indagini durante lo svolgimento dell’azione penale; nel sistema penale italiano la presunzione di innocenza, art 27 Costituzione, è tale fino al terzo grado di giudizio e la persona indagata non è considerata colpevole fino alla condanna definitiva