Mammagialla, Uspp Lazio: “Il detenuto tenta il suicidio, l’agente “torturatore” lo salva

VITERBO – Riceviamo dal segretario Ispp Lazio, Daniele Nicastrini e pubblichiamo: “Per onor di cronaca al fine di far comprendere la situazione in cui versa il sistema penitenziario e quindi anche Mammagialla, raccontiamo cosa e accaduto nella mattinata odierna.
Un detenuto straniero nordafricano presso una sezione detentiva ha inscenato prima la volontà di autolesionarsi, poi inveendo contro l’agente della sezione che cercava di calmare anche con l’aiuto di altri detenuti nel frattempo che sostavano sul piano della sezione ed infine dopo sembrava aver raggiunto la calma apparente, rientrato nella cella metteva in atto un ulteriore atto con un tentativo di impiccagione bloccato prontamente dall’agente di sezione che entrava in cella quando la stretta del cappio prendeva forma salvandolo da una fine certa dopo pochi minuti. Il soggetto portato in infermeria veniva trasportato con urgenza al pronto soccorso per ulteriori accertamenti.
Questa situazione praticamente accade in un turno qualsiasi, oggi a Viterbo ma non si esclude che accada anche in altri istituti, considerato che nei penitenziari nazionali oltre 1000 all’anno sono i tentativi o ritenuti tali dove l’agente fortunatamente riesce ad intervenire e purtroppo in alcuni casi (oltre 50 all’anno) non si fa in tempo, usando anche strumenti consentiti come i fornelli camping per cucinare che coprendosi la testa con le buste che usano come una camera a gas.
Il fatto che ogni anno oltre 10000 detenuti si autolesionano o circa 1000 casi annui di aggressione fisiche al personale o circa 4000 atti aggressivi sono solo degli elementi che dovrebbero rendere l’idea che in carcere esiste una popolazione aggressiva e pronta anche a commettere atti contro le persone e danneggiamenti vari.
Il fatto che si trova stupefacenti durante i colloqui famiglia, vuol dire che si prova a continuare a delinquere, se esistono soggetti a cui vengono ritrovati telefonini per dare comandi all’esterno o peggio ancora dare ordini contro le persone, significa che in carcere non esistono persone che hanno rispetto delle regole, tutt’altro.
Tutto questo emerge ogni giorno, ogni turno, anche adesso che scriviamo ci saranno atti di questo tipo, ma sembra che i problemi siano solo gli agenti penitenziari e non la delinquenza messa dietro le sbarre. Nel frattempo chi subisce accuse infondate e la Polizia Penitenziaria, senza riconoscere le difficoltà in cui e chiamato a svolgere il proprio mandato istituzionale: “DESPONDERE SPEM MVNVS NOSTRVM (“Garantire la speranza è il nostro compito”)”, lasciati soli in questo caso da chi dovrebbe svolgere il compito di nostro garante”.

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