Mannino (Cisl): “Ritardi nel pagamento della cassa integrazione, si rischia disagio sociale”

VITERBO – Riceviamo dal segretario Generale UST Cisl Viterbo, Fortunato Mannino e pubblichiamo: “Come denunciato dai segretari generali nazionali di CGIL CISL UIL, si stanno verificando notevoli ritardi nel pagamento della cassa integrazione. Se non si pone velocemente fine a questi inconvenienti si rischia di creare un notevole disagio sociale. Nel Lazio abbiamo una situazione contradditoria: la cassa integrazione ordinaria viene erogata in modo molto regolare, la cassa in deroga, invece, è stata ricevuta solo da un lavoratore su dieci. L’amministrazione regionale, preso atto di queste problematiche è intervenuta presso l’INPS per chiedere un’inversione di marcia, tentare di eliminare la burocrazia e i tecnicismi ritenuti responsabili di questa situazione. Alla Regione sono pervenute più di 67 mila domande, ne sono state autorizzate più di 60 mila per 150 mila lavoratori; nella provincia di Viterbo parliamo di circa 8 mila lavoratori. Nella Tuscia, dal 19 marzo al 10 maggio, le CIGD autorizzate sono 2599, non autorizzabili 478. Nel Lazio, delle 60 mila richieste autorizzate e inviate all’Inps, l’istituto ne ha pagate solo 7500; il grosso del problema è concentrato su Roma e provincia. A onor del vero, dobbiamo però sottolineare che l’INPS ha un impegno molto gravoso, di verifica, riscontro e pagamento. Fra l’altro, alcune aziende che potrebbero beneficiare di altri ammortizzatori sociali, fondi bilaterali o contrattuali, hanno presentato la richiesta di CIGD alla Regione. L’INPS Lazio ha rassicurato, comunque, che entro maggio si vedrà un allineamento fra i dati trasmessi dalla Regione e le lavorazioni dell’Istituto. Inoltre, con il nuovo decreto in dirittura di arrivo, dovrebbe attivarsi il sistema di pagamento automatizzato attraverso Uniemens: ciò velocizzerebbe molto le procedure.
Auspichiamo che i problemi emersi possano risolversi nell’immediato, così come garantitoci, perché dietro queste richieste, dietro questi numeri, dietro queste percentuali ci sono migliaia di lavoratori con le loro famiglie. Persone preoccupate per l’emergenza sanitaria che stiamo vivendo, spaventate per la sicurezza dei propri anziani, impegnati nell’educazione scolastica dei propri figli confinati nelle loro abitazioni, smarriti di fronte al proprio futuro lavorativo e terrorizzati nel non poter far fronte alle spese più necessarie: non hanno assolutamente bisogni di storture derivanti dagli ingranaggi della burocrazia”.

 

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