di MARIELLA ZADRO-
VITERBO- Con partenza da piazza Verdi, percorrendo via Corso Italia, il corteo silenzioso di circa cento persone tra bambini, genitori, insegnanti ed operatori, ha raggiunto piazza del Plebiscito per rivendicare rispetto dei diritti relativi allo studio e all’inclusione scolastica.
L’associazione Autismo ANGSA Viterbo, presieduta da Alessandro Alfonsini, organizzatori della marcia, per chiedere ascolto e soprattutto per l’utilizzo della comunicazione aumentativa alternativa (insieme di conoscenze, tecniche, strategie e tecnologie atte a semplificare ed incrementare la comunicazione nelle persone che hanno difficoltà) fin dai primi giorni di scuola e per tutte le ore necessarie al singolo alunno.
Con loro hanno sfilato il vice sindaco Alfonso Antoniozzi, la consigliera Francesca Sanna, il capo facchino del Pilastro Angelo Loddo, Domenico Arruzzolo con alcuni componenti di Viterbo con Amore.
L’arrivo sotto la Prefettura dove il presidente Alfonsini ha consegnato al vice sindaco Antoniozzi, il documento da presentare agli uffici di competenza.
I punti su cui Angsa chiede di intervenire, come riporta il volantino distribuito dall’associazione:
1. 1) Il pieno godimento del diritto all’utilizzo della comunicazione aumentativa alternativa fin dall’inizio dell’anno scolastico e per le ore necessarie al singolo studente;
2. 2) pieno godimento del diritto al sostegno didattico con assegnazione dal primo giorno di scuola dei docenti di sostegno specializzati e per il totale delle ore richieste;
3. 3) assegnazione degli operatori Oepac per le ore richieste nel Pei del singolo studente fin dal primo giorno di scuola;
4. 4) continuità didattica ed educativa;
5. 5) incontri di conoscenza diretta delle figure professionali assegnate al singolo studente prima dell’inizio dell’anno scolastico in caso di mancata continuità per qualunque ragione;
6. 6) garanzia dell’accesso in classe dei professionisti tecnici che seguono il singolo studente e indicati dalla famiglia;
7. 7) redazione del Pei come previsto dalla norma e dalle linee guida e non semplicemente demandato al docente di sostegno, che troppo spesso copia incolla, uno standard inutile quando non dannoso per lo studente;
8. 8) messa a disposizione da parte della scuola di ogni documento che riguardi il proprio figlio;
9. 9) rispetto delle norme riguardanti la scelta del percorso didattico, con particolare riguardo alle scuole superiori di secondo grado (tipo A, B, C);
10. 10) organizzazione dei lavoratori nel rispetto dei principi e norme riguardanti l’inclusione scolastica. Non più di un alunno con disabilità per ogni gruppo di lavoro”.
Al termine tutti i presenti, hanno organizzato alcune coreografie in piazza.