Marco Campanella, consulente finanziario e manageriale: “Prima odiavo fare la spesa, ora è l’unico motivo per uscire”

MILANO – “Prima odiavo fare la spesa, ora è l’unico motivo per uscire di casa. Prosegue il Viaggio per l’Italia con SuperAbile. Per l’ottavo appuntamento della rubrica spazio a Marco Campanella, 28enne consulente finanziario e manageriale, originario di Bassano Romano, uno dei tanti amici dell’associazione del Presidente Alfredo Boldorini, nata proprio nel centro della bassa Tuscia.

Laureato in Economia, Marco si è trasferito nel capoluogo lombardo 18 mesi fa.

“E’una situazione surreale – precisa Marco Campanella che abita proprio in centro, a ridosso della stazione centrale -. Milano, come le altre d’altronde, è una città spettrale. Si esce solo per acquistare generi alimentari e le sigarette. Dal 6 marzo, su indicazione dell’azienda, stiamo lavorando da casa con lo smart working. Il Covid-19? Per dirla tutta avevo già espresso ai miei amici la mia personale preoccupazione. Già prima del decreto di chiusura della Lombardia, sui mezzi ed in metro, indossavo la mascherina e molti mi guardavano stupiti. I fatti purtroppo mi hanno dato ragione. Ho scelto di rimanere a Milano da un lato per seguire da vicino l’evolversi della situazione lavorativa, dall’altro per tenere un comportamento responsabile: avrei potuto raggiungere la mia famiglia a Bassano Romano, ma ho preferito rimanete qui. Il problema adesso, oltre a quello logistico-lavorativo,  è quello psicologico: in casa sono solo e rimanere altre settimane in questa condizione è dura. Si tratta di una autentica limitazione della libertà. Prima, intendo dire quando ero nel mio paese di origine, odiavo andare a fare la spesa al supermercato, adesso è diventato l’unico motivo per uscire di casa, fare due passi, stare all’aria aperta. Il futuro? Lo vedo grigio sia a livello economico professionale che come cambiamento di vita – conclude Marco Campanella -. I rapporti personali post emergenza coronavirus, per forza di cose, cambieranno definitivamente le nostre abitudini”.

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