Maria Grazia Fontana e la lotta per il fratello Fabrizio: “Lo Stato dimentica i disabili”

di MARINA CIANFARINI –

VITERBO – “Lo Stato ha dimenticato i ragazzi disabili e le loro famiglie”. A parlare è Maria Grazia Fontana, sociologa, scrittrice e sorella di Fabrizio, 54 anni, autistico e residente in una RSD toscana.
La nube del Coronavirus ha offuscato categorie fragili, rilengandole agli angoli della società e privandole dei diritti essenziali del libero vivere.
Le Regioni non vietano l’uscita degli ospiti ma, secondo il regolamento, i loro passi all’esterno della struttura sono possibili a seguito di una lunga trafila burocratica costituita da test sierologici, tamponi e fogli da riempire e di un successivo ed obbligatorio periodo di isolamento di 14 giorni, al rientro. Briciole di libertà e, in seguito, una reclusione che conduce i ragazzi a chiedersi se ci sia una responsabilità dietro alla decisione presa e se il loro alito di normalità abbia leso qualcuno e qualcosa.
Mura di separazione che paralizzano la natura dei ragazzi, opprimendone i progressi e svalutandole le potenzialità.
“Così è accaduto a Fabrizio – racconta Maria Grazia -. Sono riuscita a condurlo fuori dalla struttura ad inizio luglio e a portarlo in vacanza. Al termine, è stato posto in quarantena, separato dal suo compagno di camera per due settimane e privato di ogni attività ludica di gruppo. Questa regola vale anche per una semplice uscita di poche ore. L’ospite, al ritorno, dovrà egualmente procedere con il periodo di isolamento”.
Il legame di Maria Grazia e Fabrizio è simbiotico, nutrito da un amore che cavalca le avversità e si pone oltre l’ostacolo. La pandemia li ha tenuti lontani per quattro mesi senza ledere un sentimento che cerca di far luce nel buio dell’indifferenza e pensa al futuro, affrontando con caparbietà il presente.
Maria Grazia combatte per la dignità di Fabrizio anche a nome di quell’esercito ricattabile di familiari che, per mancanza di forze e rassegnazione, non riescono a gridare le loro esigenze. Un passo di troppo potrebbe demolire i pochi, frangibili diritti dei loro padri, figli, fratelli e, spesso, la voce diviene flebile o assente.
Lo Stato non prova a vestire i panni di situazioni al limite, sviando l’argomento senza che, lo stesso, possa essere considerato un problema. Nell’ultimo Dpcm, emanato il 7 agosto e valido fino al 7 settembre 2020, all’argomento “disabilità” vengono riservate poche frasi, affidate all’articolo 10, in cui si accenna alla diminuzione del distanziamento tra gli operatori e gli ospiti delle strutture sanitarie ma non si menzionano i diritti dell’individuo e i suoi rapporti con l’esterno.
L’assenza di inchiostro sul tema rimarca l’aridità di impegno nella risoluzione di problematiche che sembrano non destare interesse.
A Fabrizio e ai ragazzi disabili non vengono dedicate più di tre righe – continua Maria Grazia -. Per lo Stato non esistono. Dall’inizio del Covid-19 ciascuno ha rispettato le regole imposte con estrema precisione ma, cessato il periodo di quarantena, gli invisibili sono rimasti tali. Si è parlato di match da disputare e discoteche da riaprire ma la disabilità continua ad essere una tematica trascurabile.
La mia gratitudine è rivolta agli operatori che, con spirito di abnegazione e spesso rinunciando anche ad un periodo di riposo, intrattengono i ragazzi con attività ludiche e sportive, garantendo loro la massima professionalità. Scendo in campo per alzare il tono contro leggi che scansano la sguardo dinanzi al nostro viso e non proteggono le spalle di chi è più fragile”.
Maria Grazia Fontana racconta di una vita legata a quella di Fabrizio e di un cammino in cui, ella, non ha mai distanziato i suoi passi da quelli di un fratello, straordinario quanto speciale. Per lui chiede la pura normalità.
Il 19 agosto condurrà nuovamente Fabrizio fuori dalla struttura, il piano organizzativo è in atto. I suoi occhi divengono umidi, sintomo di un amore pertinace e di una rabbia nei confronti di chi, alla disabilità, non riconosce alcuna sfumatura. Prosegue e non demorde, continuando a pretendere ciò che non dovrebbe esser chiesto perchè facente parte dei diritti inviolabili di ciascun essere umano.
Alimenta la speranza, Maria Grazia, col fiato corto e le unghie spezzate, senza restare immobile affinchè lo Stato apra gli occhi e partorisca valide soluzioni assistenziali per Fabrizio e per chi, come lui, arricchisce il mondo con il suo raro esempio.

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