di ANNA MARIA STEFANINI e MARIELLA ZADRO –
VITERBO – Oltre due ore di concerto a Prato Giardino, nella fresca serata del 7 settembre – nel famigerato periodo del “dopo Santa Rosa” viterbese – per l’icona della musica e del teatro Massimo Ranieri, con il meglio del suo repertorio: grandi classici, nuove canzoni, macchiette napoletane, gag, aneddoti, battute, riflessioni, fra grandi applausi e intensa partecipazione del pubblico.
Nessuna base e tutto rigorosamente dal vivo, il concerto di uno degli artisti più amati della musica italiana.
Vulcanico, poliedrico, unico, Ranieri canta e incanta il pubblico, che segue estasiato il suo spettacolo.
Gli si vuole bene perchè si va a vederlo, sentirlo, ammirarlo e si torna a casa di buon umore. L’Arte e l’ammirazione per un grande artista sa fare questo ed è forse questo il suo scopo.
La sua prima uscita è in elegante giacca bianca doppiopetto, camicia azzurra e pantaloni scuri. Scuri come i suoi occhi profondi, da scugnizzo. Sì, perchè, pur nella sua raffinatezza, l’aria da scugnizzo napoletano a Massimo un po’ è rimasta. Ciò lo rende ancora più vicino al pubblico, che lo applaude lo inneggia, lo adora. Le sue battute in napoletano donano colore a uno spettacolo eccezionale che solo un artista completo come Massimo poteva portare a Viterbo, dove è tornato dopo 15 anni di assenza. Una città che ricorda e che ama, perchè qui lui fece la leva militare, ma dalla quale a sua volta è amato.
L’amore è il filo conduttore del suo spettacolo. L’amore sognato, vissuto, desiderato.
“Ho imparato a sognare e non ho smesso mai. Io sono è quasi come dire io sogno”- confida l’artista.
“Neanche nei sogni più sfrenati avrei immaginato una carriera del genere. Le mie canzoni parlano sempre di un’unica cosa: l’amore. È la sola cosa che conta. Io sono innamorato dell’amore. Mi piace assai. Con l’amore ci farei l’amore. Quando è vero amore, lo senti subito. È un’emozione troppo forte.”. Poi racconta:”42 anni fa ebbi l’onore di lavorare con Giorgio Strehler. È stato il primo grande maestro della mia vita. Non dobbiamo avere paura dell’amore. Dobbiamo accoglierlo a braccia aperte”
Mentre tutti intonano in coro con lui “Rose rosse per te”, Massimo apre il suo cuore al pubblico e dichiara: “Sono un ultrà del colpo del fulmine!”.
Confida poi a cuore aperto che, uscendo di casa, spera sempre di trovare il “vero” amore, quello che fa fare follie “Anche a cinquantatré anni!” – scherza l’artista. Boato di risate, seguito da correzione anagrafica di vent’anni in più. Un’età che Massimo non dimostra affatto nè nella voce, che è bella come quando era ragazzo, nè nell’energia e nè nel fisico asciutto e scattante. Sempre col sorriso sulle labbra, Massimo si fa serio quando interpreta alcuni dei suoi brani, sempre con la bravura e la classe di un grande attore.
È un fiume in piena poi quando racconta aneddoti della sua vita con un umorismo coinvolgente.
La sua voce non cede e, unita alla capacità impareggiabile di coinvolgimento del pubblico, Massimo Ranieri – che ancora una volta è riuscito a incantare – ha decretato un successo straordinario della serata per qualità, entusiasmo, intensità, partecipazione emotiva.
“Siamo fatti della stessa sostanza dei sogni” recita un passaggio de La Tempesta di Shakespeare. Massimo fin dall’inizio tiene a sottolineare la propria formazione strehleriana: “Tutti i sogni ancora in volo”, titolo dello spettacolo è anche un celebre verso della sua canzone “Perdere l’amore”, che segnò il suo rilancio e che il nostro ha interpretato quasi al termine dello spettacolo. Lo show invece si è aperto con un’altra canzone molto amata: La voce del silenzio. E sono subito brividi. Emozione dopo emozione, Massimo afferma: “C’è un banchetto laggiù in fondo; lasciate nome, cognome, cf, ci, indirizzo, mail, iban…” prosegue fra una certa apprensione del parterre, intimorito da una improbabile raccolta “Così se mi serve un coro vi chiamo tutti!” : ovazione liberatoria dei presenti e grande applauso. È un vero mattatore. Si cambia d’abito
e si vede salire sul palco il vero Giovanni Calone, (suo nome di battesimo), nato a Napoli nel ‘51, che racconta degli esordi, della passione per le automobili (“se non avessi fatto il cantante avrei fatto il parcheggiatore!”) e del primo nome d’arte, improbabile assai: Gianni Rock. “La gente si aspettava una sorta di Chuck Berry o di Elvis e invece arrivavo io a cantare canzoni d’amore” con la consapevolezza immediata che urgeva trovarne un altro di pseudonimo per lo show business. Ranieri, come il principe di Monaco, proposto da un suo discografico. E poi… Pasquale, Peppino? No, Massimo. Un nome che gli sta bene. “Ecco, era lui. No… no… ero proprio io!” : Massimo Ranieri. Ranieri che è il suo pubblico, perchè in lui ognuno ritrova una parte di sè e dei propri sogni, che sono sostanza e linfa vitale.
Ranieri ha esordito nel mondo della musica pop italiana durante un periodo di grande fermento culturale. La sua voce potente e appassionata ha contribuito a rendere celebri brani indimenticabili come “Erba di casa mia”, “Se bruciasse la città” e “Vent’anni”. L’artista ha saputo fondere melodie romantiche a testi poetici, creando uno stile unico che risuona nel cuore dei suoi fan e che fa riflettere.
Massimo ha proposto, durante il concerto, riflessioni su tematiche ambientali e umane. “Apparentemente abbiamo tutto, con un click. Ma siamo liberi da che cosa? Io ripenso a quando abitavo a Napoli in una stanzulella fredda e scura dalla quale si vedeva il mare. Era meglio della televisione. Oggi hanno costruito tanti altri palazzi e il mare non si vede più. Tra noi e la realtà virtuale sono stati costruiti muri, ma il mare sta sempre là: dobbiamo solo uscire. Stare al passo coi tempi è diventato un lavoro.” “Regalare un sorriso, senza essere sgarbati, è un sogno. Sognare è come andare in bicicletta”.
Il suo percorso è caratterizzato da una straordinaria versatilità e da un talento che ha conquistato generazioni di spettatori e ascoltatori. La sua carriera, iniziata negli anni ’60, si snoda attraverso la musica, il teatro e la televisione, rendendolo un artista completo e amato dal pubblico.”Fu mio padre a far nascere Massimo Ranieri. – ha affermato il grande artista.
Ranieri ha esordito nel mondo della musica pop italiana durante un periodo di grande fermento culturale. La sua voce potente e appassionata ha contribuito a rendere celebri brani indimenticabili come “Erba di casa mia”, “Se bruciasse la città” e “Vent’anni”. L’artista ha saputo fondere melodie romantiche a testi poetici, creando uno stile unico che risuona nel cuore dei suoi fan.
L’influenza napoletana si riflette spesso nelle sue canzoni, con una particolare attenzione per le tradizioni e la cultura partenopea, che lui stesso ha sempre celebrato con orgoglio. Non è un caso che Ranieri sia considerato uno dei maggiori interpreti della canzone napoletana, un genere ricco di emozione e storia, che ha saputo riportare alla ribalta con passione.
Oltre alla musica, Massimo Ranieri ha trovato nel teatro un’altra dimensione artistica in cui esprimere se stesso. La sua carriera teatrale è stata segnata da importanti collaborazioni e da ruoli di grande spessore. Tra i vari successi, spiccano le interpretazioni in opere di autori come Eduardo De Filippo e Shakespeare.
Ranieri ha saputo coniugare le sue doti vocali con una grande presenza scenica, portando in scena personaggi complessi e affascinanti. La sua interpretazione di “Il Fantasma di Canterville” e le sue performance nei musical hanno dimostrato la sua capacità di adattarsi a generi diversi, sempre con un tocco personale che lo rende unico.
Massimo Ranieri è anche un volto noto della televisione italiana, dove ha partecipato a numerosi programmi e trasmissioni. Le sue performance sul piccolo schermo, come quelle nel celebre show “Canzonissima”, hanno contribuito a costruire la sua popolarità e a fargli conquistare un pubblico sempre più vasto.
La sua naturale simpatia e il suo carisma hanno reso le sue apparizioni televisive memorabili, trasformandolo in un punto di riferimento per gli artisti emergenti. La capacità di entrare in sintonia con il pubblico è uno dei motivi per cui Ranieri continua a essere una figura centrale nel panorama dello spettacolo italiano.
Con oltre cinquant’anni di carriera alle spalle, Massimo Ranieri è un esempio di come il talento e la dedizione possano portare a successi straordinari. La sua musica e le sue performance non solo intrattengono, ma offrono anche uno spaccato della cultura italiana, in particolare di quella partenopea, che continua a affascinare.
Oggi, Ranieri è non solo un artista, ma un esempio per tutti, simbolo di una generazione che ha vissuto cambiamenti culturali e sociali, portando sempre con sé l’amore per l’arte in tutte le sue forme, l’impegno, la determinazione, la passione. Il suo viaggio nel mondo dell’intrattenimento è un’inspirazione per molti e rappresenta un patrimonio culturale che va valorizzato e preservato. Con la sua arte, Massimo Ranieri continuerà a emozionare e a far sognare generazioni future.
Si esce diversi dal concerto più sereni, di buon umore, consapevoli che la vita va presa sul serio, ma anche con leggerezza e ilarità, con passione, continuando a cercare il mare che ognuno di noi ha dentro, come Massimo ha dimostrato. E continuando a sognare.