Maturità: al via il 21 giugno

di REDAZIONE-

VITERBO – Gli Esami di Stato del 2023 sono ufficialmente iniziati, coinvolgendo 536.008 studenti, di cui 521.015 candidati interni e 14.993 esterni. Le commissioni incaricate dell’esame sono 14.000, per un totale di 27.895 classi. Decine di migliaia di docenti, tra presidenti e commissari d’esame, parteciperanno alla valutazione delle tre prove (due scritte e un orale).

L’esame inizierà mercoledì 21 giugno, alle 8:30, con la prova di italiano, seguita il giorno successivo dalla prova disciplinare scritta. Le commissioni, composte da tre docenti esterni e un presidente, si riuniranno oggi per l’organizzazione generale dei lavori, compresa la definizione del calendario dei colloqui.

Dopo tre anni segnati dal Covid, si ritorna alle tre prove “classiche” degli Esami di Stato. Tuttavia, i sindacati lamentano che le retribuzioni per i docenti e i dirigenti scolastici coinvolti siano rimaste praticamente invariate da oltre 15 anni, quando sono state approvate le tabelle di compensazione. Le quote-base per la funzione svolta variano da 400 a 1.200 euro lordi, a cui potrebbero essere aggiunte eventuali maggiorazioni, soprattutto per coprire i costi delle trasferte.

Marcello Pacifico, presidente nazionale dell’Anief (Associazione nazionale insegnanti e dirigenti scolastici), ha dichiarato che queste compensazioni sono considerate quasi offensivamente esigue, soprattutto considerando che l’inflazione degli ultimi due anni è stata a doppia cifra. Pacifico ha criticato la bassa remunerazione degli insegnanti professionisti che hanno ricevuto aumenti salariali solo nel 2018 (3,42%) e nel dicembre dello scorso anno (oltre il 4%).

Il sindacalista ha sottolineato che pagare poco più di 200 euro netti a un commissario interno per giorni di lavoro aggiuntivo, svolto in aule non climatizzate durante l’estate, per valutare decine di studenti durante gli esami di maturità, rappresenta un insulto alla professione. Pacifico ha ribadito che i compensi per il lavoro dei docenti sono considerati meno importanti dallo Stato rispetto a quelli di un operaio non specializzato.

Nonostante le richieste del ministro dell’Istruzione e del merito di svolgere gli esami finali con serenità, i sindacati sollevano la questione delle retribuzioni inadeguate che mettono a rischio la motivazione e la serenità dei docenti durante l’importante fase degli Esami di Stato.

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