Maxi sequestro patrimoniale della Polizia e della Guardia di Finanza Monterosi-Roma-Viterbo

di REDAZIONE-

VITERBO – La Divisione Anticrimine della Polizia di Stato della Questura di Viterbo e il Gruppo della Guardia di Finanza di Viterbo nella mattinata odierna hanno eseguito un decreto emesso dalla Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Roma, relativo al sequestro patrimoniale di oltre 3 milioni di euro a carico di Radicchi Riccardo, 41 anni, imprenditore operante nella mediazione immobiliare creditizia e raccolta di denaro, pluripregiudicato, collegato al noto clan calabrese Vadalà nonché a note famiglie malavitose della Capitale.
Il sequestro, realizzato su proposta del Questore di Viterbo, Massimo Macera, riguarda diversi beni, tra i quali una villa con attiguo terreno, autovetture di lusso, motoveicoli, conti correnti, ed orologi Rolex e gioielli per una valore stimato pari a circa 500.000 euro.

Il decreto è stato emesso dopo una lunga indagine durata un anno che ha avuto inizio dall’attività investigativa degli uomini dell’Anticrimine della questura di Viterbo, coordinati dal dirigente Paolo Volta. In un secondo momento hanno agito anche i finanzieri della compagnia di Viterbo del Maggiore Rosario Masdea.

Il questore Massimo Macera, alla conferenza stampa di stamani, ha spiegato che il soggetto in questione ha ” diverse connivenze con noti clan mafiosi, quali i clan Vadalà, i Casamonica e altre famiglie che ruotano nella Capitale”. Si è poi detto orgoglioso di questo importante sequestro di ben 3 milioni di euro, in grado di “togliere carburante alle attività illecite”. E’ questo il primo ingente sequestro nella Tuscia, ha rimarcato il questore Macera, a significare che “non ci sono province più o meno esposte a determinati reati. Anche Viterbo deve aspettarsi di tutto”.

La Guardia di Finanza, coordinata dal comandare provinciale Andrea Pecorari, ha eseguito il sequestro patrimoniale. Pecorari ha definito Radicchi un “criminale economico”, avendo guadagnato una considerevole cifra di denaro da attività illecite “per poi provare a ripulirle, creando una società con un volume di affari di circa 500/700mila euro all’anno, ma senza dipendenti e clienti  e tanto più senza pagare le tasse”. Le fiamme gialle, quindi, hanno esaminato le dichiarazioni dei redditi, come ha spiegato il Maggiore Rosario Masdea  ed hanno trovato importi del tutto inferiori rispetto allo stile di vita sfarzoso tenuto da Radicchi.

Inoltre, la Guardia di Finanza ha trovato anche una dichiarazione fittizia dell’Irap con ricavi enormi, ma tutti finti. Il Radicchi era praticamente socio di una società al 50 per cento con un’altra persona. Tale società, come ha spiegato il Maggiore Masdea,  si sarebbe ingrandita nel corso del tempo, partendo da una ditta di ristorazione e somministrazione di cibi e bevande per poi aggiungere anche la compravendita di preziosi e investimenti immobiliari. Al momento il Radicchi non è indagato né sottoposto a nessuna misura cautelare, ma per lui è stata chiesta la sorveglianza speciale.

 

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