Messa InMensa, la preghiera del povero sale fino a Dio (VIDEO)

di MARIELLA ZADRO-

VITERBO- Per la prima volta viene celebrata dal vescovo Orazio Francesco Piazza, la santa messa presso la mensa della Caritas diocesana di Viterbo.
In occasione dell’VIII Giornata Mondiale dei Poveri, il personale della mensa, gli ospiti e il presidente Luca Zoncheddu, hanno accolto il vescovo Piazza, domenica 10 novembre e partecipato alla celebrazione eucaristica, come segno di vicinanza alle fragilità del nostro territorio.
Presenti i consiglieri comunali Ugo Poggi e Paolo Moricoli e una ricca rappresentanza di associazioni che operano in città e nel volontariato.
La cerimonia coinvolgente emotivamente, è iniziata con il canto “Grandi Cose” eseguito prevalentemente, dalle volontarie della mensa, e il vescovo, prendendo spunto dal vangelo di Giovanni, ha invitato i presenti ad una prima riflessione:
“La carità cristiana è dono gratuito, perché esprime l’amore del Padre che ci ama nel Figlio in modo preveniente e senza nostro merito, è universale, perché non erige barriere sociali o razziali, non disprezza nessuno. Essa deve porre segni che esprimano l’amore forte e fedele di Dio per l’umanità, soprattutto per i poveri”.
Alle letture liturgiche, si sono alternati ospiti e volontari, il vangelo letto dal diacono don Luca e il vescovo dopo aver espresso le felicitazioni nel celebrare la santa messa in questo luogo, auspicando di poterlo trasformare in un appuntamento annuale, ha commentato:
“Questo luogo, oltre ad essere un luogo che distribuisce cibo, deve essere un luogo di speranza. La persona che si avvicina al portone, deve sentirsi accolto. Proprio nel vangelo di oggi, il Signore ci indica i sentieri, donandoci due indicazioni, perché la sindrome della perfezione, indica il modello di come vivere la povertà e l’accoglienza, che vale come noi accogliamo. Trovare un cuore che comprende e che accoglie in questo luogo di speranza. In quello che facciamo giornalmente dobbiamo “metterci il cuore”. La persona deve poterci guardare negli occhi, prima delle mani che danno e trovare la dignità della vita. “Le marginalità” di povertà sono una scuola, in cui impariamo a mettere a punto la nostra umanità. Il primo oggetto di carità è l’attenzione. Quindi ci dobbiamo attrezzare, tutti insieme, per offrire misericordia e amore a chi chiede aiuto”.
Prima della benedizione, i presenti hanno ringraziato il vescovo per la sua presenza con un caloroso applauso e il canto rivolto a Maria, Madre Celeste.

 

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