Mons. Orazio Francesco Piazza è il nuovo Vescovo di Viterbo (VIDEO)

di WANDA CHERUBINI e FEDERICO USAI-

VITERBO – Mons. Orazio Francesco Piazza è il nuovo vescovo di Viterbo. Oggi la comunicazione a Palazzo dei Papi con il Vescovo Lino Fumagalli che andrà in pensione per sopraggiunti limiti d’età avendo compiuto lo scorso 13 maggio 75 anni.  Il vescovo Fumagalli ha affermato, all’inizio del suo incontro: “Mons. Orazio Francesco Piazza è il nuovo Vescovo di Viterbo. E’ nato nella provincia di Benevento  il 4 ottobre del 1953. Ha studiato presso il seminario della regione di Benevento. Ha conseguito il baccellerato, licenza e laurea nella facoltà  dell’Italia meridionale. Ha avuto vari incarchi nella sua diocesi. E’ stato docente di Etica sociale per circa 16 anni presso  l’università statale di Benevento ed Ecclesiologia presso la facoltà Pontificia dell’Italia Meridionale a Napoli e membro della congregazione dei Santi. E’ un uomo cordiale, affabile, simpatico, di cultura, che attendiamo con gioia“.  Mons.Lino ha, quindi, detto che nel frattempo sarà amministratore apostolico fino all’ingresso del nuovo Vescovo e poi farà il vescovo emerito. “Andrò in pensione come tutti – ha aggiunto- spero di rimanere alla Quercia così farò il confessore e collaboratore di don Massimiliano“. Sui tempi Mons. Lino ha detto che ancora è presto, ma che nel frattempo il programma pastorale proseguirà con il convegno del 20 ottobre. “Con Mons. Piazza ci vedremo il 18 ottobre a Roma per la congregazione dei Santi e poi forse verrà a Viterbo per iniziare a conoscere la diocesi “

Pubblichiamo di seguito la lettera scritta ai fedeli dall’attuale vescovo di Viterbo, Lino Fumagalli : “Carissimi fedeli della Chiesa di Viterbo il Santo Padre Francesco ha donato oggi alla nostra Chiesa un nuovo Padre e Pastore nella persona di S.E. Mons. Orazio Francesco PIAZZA, finora Vescovo di Sessa Aurunca.
Mons. Piazza è nato a Solopaca, nella Diocesi di Cerreto Sannita, il 4 ottobre 1953. È stato ordinato Presbitero il 25 giugno 1978. Oltre ai vari servizi pastorali nella sua Diocesi, è stato docente di Etica Sociale, presso l’Università di Benevento e Ordinario di Ecclesiologia presso la Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale. Il 25 giugno 2013 è stato consacrato Vescovo di Sessa Aurunca.
Prepariamoci con la preghiera ad accogliere il nuovo Vescovo come “Immagine del Padre e presenza del Cristo Buon Pastore in mezzo a noi. Un fraterno saluto a voi tutti e la Benedizione del Signore”.

Ed ora alcune notizie sul futuro vescovo di Viterbo :

S.E. Mons. Orazio Francesco Piazza è nato a Solopaca (BN), nella Diocesi di Cerreto Sannita-Telese-S. Agata de’ Goti, il 4 ottobre 1953.

Ha frequentato la Scuola media e il Ginnasio presso il Seminario Minore di Cerreto Sannita. Ha concluso gli studi liceali al Pontificio Seminario regionale “Pio XI” di Benevento e seguito i corsi di filosofia e teologia alla Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale – Sezione S. Luigi di Napoli, ospite del Pontificio Seminario Interregionale Campano. Ha poi ottenuto presso la medesima Facoltà i gradi accademici di Licenza e di Dottorato in Teologia Dogmatica.

È stato ordinato presbitero il 25 giugno 1978 ed è incardinato nella Diocesi di Cerreto Sannita-Telese-S.Agata de’ Goti.

È stato Vicario parrocchiale di Telese Terme (BN) (1978-1981). Rettore della chiesa del SS. Corpo di Cristo a Solopaca (1981-1992) e del Santuario Maria SS. del Roseto a Solopaca (1988-1992). Assistente unitario diocesano di A.C. (1989-2013). Vicario Episcopale per il settore Evangelizzazione e Testimonianza (2002-2013). Assistente unitario regionale di A.C. (1998-2013). Membro del membro del Collegio dei Consultori e del Consiglio Presbiterale, Canonico Teologo della Cattedrale, Cappellano magistrale del Militare Ordine di Malta e Cavaliere con funzione di Priore dell’Ordine del Santo Sepolcro.

Docente di Etica Sociale presso la Facoltà di Economia dell’Università del Sannio di Benevento (1997-2013).

Fondatore e direttore nel 2004 del “Centro Studi Sociali Bachelet”.

Professore Ordinario di Ecclesiologia presso la Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale Sezione San Luigi – Napoli.

Il 25 giugno 2013 è stato nominato da Papa Francesco Vescovo di Sessa Aurunca. Ha ricevuto l’ordinazione episcopale il 21 settembre 2013 a  Telese Terme e il 4 ottobre 2013 ha fatto il suo Ingresso nella Diocesi di Sessa Aurunca. Dal 2018 è Membro del Dicastero per le Cause dei Santi.

 

 

                               

Questa è la lettera di saluto del Vescovo Orazio Francesco Piazza :

Alla Comunità diocesana di Viterbo                                                    

Carissimi Fratelli e Sorelle, pace e gioia nel Signore Gesù Cristo, nostra unica speranza. Nel suo Spirito, che dona fiducia e convinzione, desidero rivolgere a tutti Voi questo mio primo saluto.

Rendo lode, riverenza e servizio a Dio, Trino e Unico, per il dono elettivo di poter arricchire la mia vita sacerdotale e la mia paternità episcopale dilatando il cuore in un amore che si dispone a ciò che sorgerà. Nell’oboedientia Amoris, in cui la persona unifica consapevolezza di sé e fede, limite e pienezza, fascino e prostrazioni, attrazione e coinvolgimento nell’Amore che domanda amore (Teresa d’Avila), rivolgo al Santo Padre, Papa Francesco, il senso profondo della riconoscenza filiale per questa seconda chiamata a mettermi in cammino. Lascio, non senza sofferenza l’amata Chiesa che è in Sessa Aurunca: la sofferenza è pari all’intensità dell’amore! Con lo stesso amore pastorale, linfa vitale del cammino già svolto nell’impegno per una intensa comunione ecclesiale e una rinnovata coesione sociale, vengo a Voi per rendere il mio cuore ancor più umile e disponibile, sull’esempio di Maria di Nazareth; oriento il mio e vostro sguardo su Colui che ci viene incontro per trasformare le tante fragilità in opportunità di autentica umanità.

Un sentito e riconoscente abbraccio al Fratello nell’episcopato Lino, vostro Pastore, che nello stesso amore vi ha accompagnato con una dedizione senza misure e senza riserve: raccoglie, in questo delicato momento personale, i frutti di tanti semi di grazia seminati in lunghi anni di ministero e che ora avranno i tratti di ciò che vale per sempre. La tua eredità, caro Fratello in Cristo, è per me feconda di futuro.

Carissimi Fratelli e Sorelle, il nostro vissuto ecclesiale dovrà maturare sempre nell’ascolto di due voci: quella dell’amore misericordioso di Dio, proteso verso le sue creature, e quella dell’umano che, tra le urgenze della vita, diviene invocazione. Guardiamo con fiducia e speranza il tempo e le condizioni che Dio Provvidente dispone per noi: siamo chiamati a costruire, nello Spirito di Cristo, il vivere in comunione attraverso la specificità di ognuno e nella composizione armonica delle differenze e nel ridurre le distanze. Ogni singola persona, con le sue vicende e il percorso di vita, è una ricchezza che rende prezioso il mosaico del Volto ecclesiale e sociale. Per questo è necessario che ciascuno, nella diversità di carismi, ruoli e funzioni, si senta chiamato a dare una risposta, personale e creativa, disponendo il cuore a rendere evidente la gioia e la vita nuova del Vangelo: così saremo abili a condividere, con il Risorto, la cura verso l’uomo e il creato.

Carissimi, siamo una Carovana in cammino (Synodìa): in essa i synòdoi, le persone, diverse per condizione e situazione, concorrono a raggiungere la meta della vita in pienezza a cui il Signore, insieme, ci chiama. La comunione è la scorciatoia che non solo abbrevia il cammino, quanto lo rende più agile. Per questo, mi rivolgo a tutti Voi: Sacerdoti, Diaconi, Seminaristi, Religiosi e Religiose, Laici delle varie Aggregazioni, Associazioni ecclesiali e Confraternite, impegnati quotidianamente nell’entusiasmante fatica del vangelo; a voi, Fratelli e Sorelle che portate il peso dei difficili settori del lavoro e dell’economia; a tutte le Istituzioni civili  e militari chiamate all’impegno per la legalità, la giustizia e il bene comune; a chi è impegnato nel difficile ma necessario cammino della carità politica; a coloro che si dedicano, nella responsabilità istituzionale del servizio civile e sociale, a rendere praticabile una dignitosa qualità della vita; alla complessa realtà della formazione, nella Scuola di ogni ordine e grado, nell’Università e nella Ricerca; al mondo della Sanità, così provato da questo lungo periodo pandemico; agli uomini e donne del Volontariato che, con la loro generosità, non solo intervengono nei bisogni, ma sono consolazione che toglie dalla solitudine; a quanti valorizzano il Territorio nelle vie della cultura, dell’arte, dello sport, turismo e spettacolo; ai custodi dei valori della tradizione popolare; ma, in particolare, a voi anziani e malati, presenza feconda di vita che merita riconoscenza, rispetto e cura; a voi giovani, nell’entusiasmo con cui si deve affrontare la vita, soprattutto nei momenti di delusione e di sconforto; a voi bambini, gioia per tutti, perché possiate crescere in un contesto affettivo di tutela e serenità; a tutti Voi, fin da ora,  assicuro l’attenzione e la dedizione di una carità pastorale che non desidera altro che il vostro bene nel desiderio di tessere, insieme, la trama delle buone relazioni e dell’amicizia sociale.

Accoglietemi tra voi come Padre, Fratello e Amico, chiamato da Cristo a far crescere una Chiesa bella e gioiosa, esperta in umanità, capace di raccogliere uva anche tra le spine (Agostino); una Chiesa incarnata nel quotidiano, tra le sue difficoltà e attese (GS 1). Misuriamo il cammino sul passo del più debole per sentire la fierezza di giungere, tutti e insieme, la meta di una umanità degna dell’Amore Incarnato. Carissimi, in questo comune impegno bisogna amare ciò che si sceglie, scegliere ciò che ci è chiesto, amare ciò che ci è chiesto. Affido a Voi, fin da ora, il motto che mi ha guidato nella

prima visita pastorale: in quello che vivo, il meglio che posso!

Rivolga a noi il suo sguardo Maria, amata e venerata nel Volto della Madonna della Quercia: il suo amore materno non mancherà di soccorrerci nel bisogno; i compatroni Santa Rosa, Santa Lucia Filippini e San Bonaventura, segni tangibili della Provvidenza divina, intercedono per noi e ci sostengono. Fratelli e Sorelle, a me cari in Gesù Signore, Vi benedico; Voi fatelo nella preghiera per me.

 

 

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