Montefiascone. Fiera (Sacra) del vino, ma le cantine non ci sono!

di PIETRO BRIGLIOZZI –

MONTEFIASCONE ( Viterbo) – La sessantaquattresima edizione della Fiera (Sacra) del Vino in Montefiascone, a metà del suo percorso, stupisce ancora per alcune innovazioni che  si stanno rivelando peggiorative della manifestazione nel suo insieme, come tanti cittadini hanno sottolineato, in questi giorni, anche attraverso i social.

Ogni anno, per la degustazione, venivano rimesse in sesto le diverse eleganti storiche cantine che con la loro configurazione costruttiva, mostravano ai visitatori, gli importanti passaggi della vita contadina dei secoli scorsi. Per questo l’iter della degustazione era chiamato “Il giro delle cantine”.

Le cantine, scavate nel lapillo, sotto le case del centro storico, erano costituite da un grane androne, chiamato tinaio, ove avvenivano le fasi della pigiatura dell’uva, fatta a piedi nudi o con stivali ai piedi; quindi la sua prima fermentazione nei tini di rovere; a seguire, dopo circa una settimana, la svinatura con il trasferimento del primo vino nelle botti di rovere che si trovavano in ampi spazi più in profondità e, attraverso speciali  gole, costituivano un unico ambiente comunicando con i tinai, ove erano rurali pozzi interni per lavare gli strumenti della vinificazione e nei quali avveniva la torchiatura con torchi dell’epoca, per ricavare altro vino.

Ebbene in questa edizione della Fiera (Sacra) nulla di tutto questo (ancora meno Fiera). Le famose cantine sono rimaste chiuse; un patrimonio storico e culturale di grande valore del quale tutti rimanevano meravigliati ed attratti dalla bellezza e dalla tecnica costruttiva impiegata, è rimasto nel buio del sottosuolo.

Le storiche cantine, per la degustazione del vino, nonostante sul tabellone si legge “Visite alle cantine”, sono state sostituite, in buona parte, da insignificanti gazebo in legno, alcune sono  in locali dalle piccole dimensioni.

 

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