Montefiascone, riaperto il Santuario etrusco della Piana del lago

di Redazione –

MONTEFIASCONE ( Viterbo) – Aperto il sito archeologico del Santuario etrusco alla Piana del lago. Situato sul lungo lago del colle, tra Montefiascone e Marta, chiuso dagli inizi del 2000 e ricoperto di rovi, in questi giorni è stato completamente ripulito dalla vegetazione infestante per il via a nuove indagini archeologiche da parte di un gruppo di circa sedici esperti francesi arrivati in città.

Dopo anni di fermo, l’importante luogo archeologico riemerge grazie ad un progetto internazionale di ricerca ideato e promosso dall’assessore Massimo Ceccarelli in collaborazione con il Mibact, Soprintendenza archeologia belle arti e paesaggio per l’area metropolitana di Roma, Provincia di Viterbo, Etruria meridionale, Polo museale del Lazio, Ecole normale supérieure – Paris, Ecole pratique des hautes etudes de Paris e l’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia.

“Dopo circa due anni di lavoro – illustra Ceccarelli – siamo entrati nel vivo del progetto. La riapertura degli scavi si propone l’obiettivo finale di riportare a Montefiascone i reperti cha appartengono al nostro territorio e che sono sparsi per il mondo. Un patrimonio storico – archeologico della città da recuperare. A cominciare da quello ritrovato nel Santuario in precedenza che sarà restaurato insieme ai nuovi reperti. Il Santuario potrà diventare inoltre un sito archeologico d’attrattiva turistica e già ad agosto pensiamo di organizzare una giornata di scavo aperta per turisti e visitatori”.

Ma non è tutto. Nei precedenti scavi del tempio, effettuati agli inizi degli anni 2000, sono state ritrovate ben 250 cassette di reperti che stanno per tornare in città presso il deposito – laboratorio allestito a palazzo Frigo, proprio nella parte donata al comune da Angela Mauri. Un luogo della cultura dove saranno esaminati anche i reperti che emergeranno dai nuovi scavi.

E non finisce qui. “Il progetto di recupero dei nostri beni storico – archeologici – rimarca l’assessore Ceccarelli – prevede inoltre l’allestimento di un museo presso i locali dell’ex carcere della Rocca dei papi. I reperti potranno dunque ritornare finalmente a casa per essere fruibili alla cittadinanza e ai visitatori ”.

Le nuove indagini archeologiche sono intraprese dall’Ecole Normale Supérieure sotto la direzione di Vincent Jolivet, directeur de recherche – Cnrs Aoroc, con Edwige Lovergne e Martin Jaillet che si occuperà proprio di esaminare e catalogare i reperti.

“Si è provveduto a fare un grande lavoro di ripulitura del sito – illustra Jolivet – invaso dalla vegetazione che rischiava di provocare danni alla struttura. Per prima cosa riporteremo l’area sacra, di circa 1300 metri quadrati, come era agli inizi degli anni 2000, esaminandone lo stato. Poi decideremo la strategia del nuovo scavo. Vogliamo identificare tutto quello che è stato trovato per poi proseguire le indagini. Il prossimo anno faremo delle prospezioni geofisiche per verificare l’eventuale presenza di altre strutture nella zona”.

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