Mostra fotografica a Palazzo Scacciaricci a Viterbo, “Vibrazioni” di Carlo d’Orta e “Il risveglio degli etruschi” di Enzo Trifolelli 11 maggio ore 18

VITERBO-Ancora una volta il quartiere medioevale di San Pellegrino si anima. Due autori espongono i loro lavori, esprimendosi con due stilemi alternativi alla fotografia iconica e di impronta: si tratta di una nuova categoria estetica, lo SpazioTempismo, capace di un dinamismo nuovo, avvolgente, che rievoca nella figura o nel frammento della una vita nascosta, insospettata per il visitatore. La sfida è quella di evocare e ri-evocare civiltà sepolte o semplicemente frammenti architettonici e statuari che, grazie a questo nuovo strumento, divengono coevi a chi le guarda.

Enzo Trifolelli  e gli “Etruschi”

Non v’è nulla al mondo che non ambisca a diventare qualcosa di più, e la fotografia in FoTotempismo si pone come il risultato di tale aspirazione da parte dell’immagine fissata su una

Sarcofago degli sposi di Enzo Trifonelli

superficie piana. Ecco dunque la formulazione di un concetto e di una tecnica di ripresa che consentano di restituire in fotografia sia l’effetto di profondità della terza dimensione spaziale che quello di scorrimento di un determinato flusso temporale. Si

Ivo di Enzo Trifonelli

riesce così a narrare una storia Spazio-Temporale che lega il popolo Etrusco con gli “ultimi Etruschi” viventi, evidenziando le profonde differenze tra le generazioni antecedenti a quelle “digitali attuali”. Si può affermare che i “riti” tradizionali andranno persi e rimarranno solo nelle  documentazioni storiche.

Carlo D’Orta – Progetto “Vibrazioni”

Vibrazioni è una ricerca fotografica avviata organicamente nel 2009. Le vetrate dei grattacieli che ci circondano creano un universo parallelo di astrazioni geometriche e informali. E’ un universo apparentemente virtuale, ma in realtà sempre lì. Siamo noi che gli scorriamo accanto inconsapevoli. Ma basta fermarsi un attimo e – come ci hanno insegnato Alexandr Rodchenko, Marcel Proust e Franco Fontana – “Saper Vedere e non solo Guardare”, per cogliere queste immagini pittoriche reali, prodotte dai riflessi delle vetrate. Questo progetto si pone concettualmente – attraverso la scelta dei soggetti, il taglio delle inquadrature e, talvolta ma non sempre, la saturazione dei contrasti di luci e dei colori – al confine tra fotografia e pittura.

 

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