di MARIA ANTONIETTA GERMANO –
VITERBO – M e M / Massimo e Marco, due nomi, due straordinari artisti uniti dalla passione per l’ arte e per la natura che amano e guardano con occhi curiosi ed ammirati cercando di captarne i segreti per lasciare a chi osserva le loro opere, suggestioni, sogni ed interpretazioni.
Un segno sottile, delicato ed elegante che si posa leggero sulla carta e fa emergere, petalo su petalo, la bellezza dei fiori appena sbocciati, tanto da sentirne quasi il profumo, è quello messo a punto dalla mano sicura di Massimo Alfaioli, segno contrapposto alla forza grezza della materia plasmata da Marco Scarici con terra, foglie e virtuali riflessi sull’acqua, tutto racchiuso nella mostra Natura segreta, 60 opere in esposizione a Viterbo fino al 27 gennaio presso il Museo della Ceramica della Tuscia (via Cavour 67).
Nel weekend, visto il successo e l’adesione del pubblico, i due artisti accolgono nel Museo i visitatori e scambiano con Tuscia Times una piacevole chiacchierata sulle opere in mostra. Il primo a parlare è Massimo Alfaioli, capeli ricci, occhi vivaci, che si presenta con un bel sorriso: “Nasco come illustratore di libri per bambini”

D – In questa mostra c’è dell’altro. Cosa l’ha portato a cambiare genere?
R – Processo naturale. Il mondo dell’illustrazione per bambini è molto bello e poetico ma ha molti limiti ed esigenze legate agli editori. Il ruolo dell’illustratore, quando mi viene commissionata un’opera, è un po’ come quello dell’attore, devo recitare una parte. E la mia retribuzione è subordinata all’approvazione della direzione artistica che mi dice cosa devo fare, come e quando.Devo rispettare la linea editoriale della casa editrice. E’ da tanti anni che lavoro come illustratore, il primo libro è stato pubblicato nel 1998. E poiché mi piace affrontare sempre nuove sfide, ho iniziato a disegnare per bambini piccolissimi sino ad arrivare a quelli più grandi. Poi ho cominciato a fare delle cose più raffinate per conto mio sino a produrre pian pianino qualcosa di convicente che poi qualcuno ha notato.
D – Quindi ha comincato a sperimentare il disegno attraverso nuove tecniche?
R – La divulgazione dei miei nuovi lavori è avvenuta tramite il web. I quadri in mostra sono fatti tutti a mano, i miei colori sono minimal, metto solo quelli che servono. Ho pensato che il mio punto di forza fosse proprio il tratto.
D- Quindi comanda il disegno e non il colore che è tenue come un acquerello. Il colore non mostra più qualcosa, ma accompagna. Il segno lascia segno?
R – Si. Oggi le mie illustrazioni sono pubblicate sul Corriere della Sera, nella sezione Liberi tutti.

Interviene con voce vellutata Marco Scarici, avvolto in una sciarpa a quadri, che precisa calmo e serafico: “Il percorso è in collaborazione”.
D – Quando è iniziato questo vostro percorso?
R – Da Firenze, dove abbiamo tenuto una mostra perché il nostro è diventato un sodalizio artistico che funziona nonostate io sia un artista materico e lui illustratore. Messe a confronto le due cose, sembra che una rafforzi l’altra. Questo ci è sembrato interessante. Io sono di Capranica ed entrambi siamo di Terra di Tuscia, Toscana e Lazio, ovvero Terra di Tuscia. Le mie opere le definnirei una sorta di Carnet de Voyages. Ho voluto rappresentare le sensazioni dei luoghi che ho visitato. Come il riflesso dell’acqua sul lago di Bolsena. La materia che utilizzo è il gesso che lavoro fresco, è molto difficile. Per realizzare un’opera ci vuole anche un mese. Non faccio un lavoro di accellerazione per ottenre risultati, voglio che i tempi siano naturali. I materiali che utilizzo sono naturali come il gesso, le terre, il bitume. La terra di campo. Le foglie. Massimo mi ha omaggiato con un’opera ritraendomi, io ho voluto contraccambiare con l’opera intitolata Terra di Siena e Terra di Confine, dove ho utilizzato un po’ di terra presa ad Acquapendente e la terra presa a Siena. Due terre diverse e due colori diversi.
D– Un’opera con gesso e bitume. Come è possibile?
R – Realizzo il pannello in gesso, poi una sorta di impermeabilizzazione del gesso, perché quando intervengo con altri materiali potrebbe assorbirlo troppo, creando una specie di bruciatura. Prima di concludere un’opera devo raggiungere il mio appagamento e la mia soddisfazione”.
Ci soffermiamo davanti ad alcuni disegni di splendide rose ritratte dalla matita di Massimo Alfaioli, esperto di botanica, che sembrano pronte per essere colte. Accanto a loro, un altro lavoro-scultura di Marco Scarici.
D – Guardando i suoi lavori si ha la sensazione di vedere qualcosa che preme per uscire dal quadro, questa sensazione c’è ovunque… e viene voglia di toccare ciò che emerge, per sperimentare un’emozione tattile.
R . “Sì. Ho voluto inglobare la materia nella materia vegetale. Questi sono i pensieri… le foglie. Elemento di innovazione. Nuovo mezzo espressivo. Mi relaziono sempre con la natura, mi confronto ma non la supero. Ho preso gli elementi della natura e li ho fatto miei. Foglie. Un po’ a preservarle a conservarle. Hanno ben poco di decorativo. Rappresentano i pensieri. Chi meglio può rappresentare i pensieri se non le foglie che corrono, vanno via con il vento…?”.
Opere da toccare. Il lato oscuro, la parte più segreta nascosta dagli aghi di pino, opera in mostra vicino al disegno dei miti (Ulisse è proprio Marco, disegnato da Massimo). E si passa, stanza dopo stanza, ad osservare le altre opere. Le foglie di alloro, i miti e i pensieri sfuggenti, i paesaggi che sembrano acquerelli, il viaggio a Barcellona (Notte senza luna), sino ad arrivare all’oro sotto la pelle fermato da graffette che ostruiscono l’uscita dell’io interiore, due quadri di Marco Scarici esposti tra i fiori bianchi disegnati da Massimo Alfaioli. Fiori che hanno rinunciato all’egocentrismo del colore per consegnarsi nel candore. Fresie, gigli, sono tutte piante profumate, ti chiamano attraverso la via olfattiva. Bianco è la somma del colore.
Una “Natura segreta” tutta da scoprire. Fino al 27 gennaio.
NOTA – L’evento espositivo, realizzato grazie al contributo della Fondazione Carivit, è patrocinato dalla Provincia di Viterbo, dal Comune di Viterbo, Comune di Capranica e dell’OMA, Osservatorio dei Mestieri d’Arte di Firenze.
La mostra, allestita e organizzata dalla Società Cooperativa Girolamo Fabrizio, società gestore dei servizi culturali e didattici del Museo, resterà aperta al pubblico fino al 27 Gennaio 2019.
Orari di apertura: dal venerdì alla domenica dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 15.00 alle 18.00 con ingresso gratuito.
Per informazioni: 0761 223674 – mctuscia@gmail.com.