Nando Anselmi presenta il suo libro “Vita contadina nel dopoguerra”

di MARIELLA ZADRO-

VITERBO – Nando Anselmi, si laurea in agraria a Perugia nel 1971 e orienta la sua vita professionale, in studi sulla fitopatologia, dapprima in un Istituto di ricerca all’Università di Viterbo, dove è anche Direttore di Dipartimento e Dottorato di ricerca in “Protezione delle piante”.
Innumerevoli programmi di ricerca e di docenza, congressi, associazioni scientifiche, esperienze CEE e FAO lo portano ad operare in una cinquantina di Paesi diversi, con la pubblicazione di oltre 350 lavori sulle malattie delle piante nei vari ecosistemi forestali e ornamentali.
Nel 2020 viene pubblicato il suo libro autobiografico “Una favola che si fa vita. Dai campi al campus”.
Lunedì 12 dicembre 2022, presso il teatro della parrocchia San Leonardo Murialdo in Viterbo ha presentato il nuovo scritto: “Vita contadina nel dopoguerra”.

“Il dopoguerra è da tutti additato come un periodo in cui, dopo una breve fase di assestamento politico e organizzativo, l’Italia ebbe uno sviluppo eccezionale, noto come “boom economico” o “miracolo economico”, che rapidamente portò gli italiani ad un benessere abbastanza generalizzato.
Eppure ci furono vaste plaghe del Paese, soprattutto centro-meridionali, in cui detto benessere arrivò assai in ritardo e piuttosto lentamente.
È il caso di alcune zone rurali dell’Italia centrale in cui prevaleva il contratto agricolo della mezzadria, un rapporto che se da un lato riuscì a conservare più a lungo che altrove importanti valori e tradizioni, dall’altro rallentò notevolmente lo sviluppo economico delle popolazioni contadine, differendolo negli anni sessanta, in coincidenza di una emigrazione di massa verso le città e zone industrializzate del Paese, con profondi sconvolgimenti del tessuto e della cultura rurale e forti ripercussioni sociali. Rientra in tale fenomeno una fascia territoriale dell’Umbria al confine con il Lazio e la Toscana, area che io conosco molto bene perché è lì che ebbi i natali e vissi la mia giovinezza in una famiglia colonica di campagna”

La presentazione del libro è stata arricchita con la proiezione di slide che ritraevano luoghi, ambienti e personaggi che l’autore ha ben descritto nella sua opera.
Un’ opera che descrive uno spaccato del mondo agricolo tipico del secondo dopoguerra; una società e una cultura che rappresentano tuttavia la fonte del nostro presente, le radici dell’attuale nostra cultura.
Come riportano nella prefazione Alvaro Marucci, vice Rettore e Stefano Ubertini, Rettore dell’Università degli Studi della Tuscia di Viterbo.
“Per impostazione e contenuti il libro richiama alla memoria una delle maggiori opere del cinema italiano, l’Albero degli Zoccoli di Ermanno Olmi. Il film di Olmi prende il titolo dalla vicenda di una famiglia che, pur con un bimbo ancora in fasce, viene cacciata dalla cascina perché il capofamiglia ha tagliato un albero per fare un nuovo paio di zoccoli al figlio che andava a scuola.
Come Olmi nel film, Anselmi in questo libro rappresenta il mondo contadino tradizionale con una assoluta fedeltà storica del mondo rurale degli anni Cinquanta”.

Il ricavato della vendita del libro, sarà devoluto in beneficienza.

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