Nel settimo centenario della morte di Dante, Fratelli d’Italia chiede l’uso dell’italiano negli atti amministrativi

ROMA – Utilizzare esclusivamente la lingua italiana negli atti della pubblica amministrazione. E’ quanto chiesto stamattina, con una specifica mozione, dal gruppo consiliare di Fdi. La data scelta non è casuale.

Ricorre infatti proprio oggi il settimo centenario della morte di Dante Alighieri, scomparso a Ravenna nel 1321 ed unanimemente considerato il “padre” della lingua italiana, identità stessa della nostra Nazione, elemento unificante e patrimonio immateriale più antico che deve essere opportunamente tutelato e valorizzato.In ogni sede istituzionale è opportuno dare un segnale forte di attenzione alla promozione della lingua italiana, in un’ottica di continuità con gli sforzi compiuti a livello parlamentare per la sua promozione e diffusione nel mondo.

L’uso sempre più frequente di termini in inglese è diventata una prassi comunicativa, mortificante per il patrimonio linguistico e culturale e denunciata anche dall’Accademia della Crusca che segnala l’importanza di una maggiore tutela dell’italiano a partire dal suo utilizzo anche nella terminologia amministrativa da parte dello Stato e delle istituzioni territoriali di fronte ad un preoccupante dilagare dell’abuso di anglicismi.

In Francia, già dal 1994, la legge Toubon ha reso obbligatorio l’uso del francese nelle pubblicazioni del Governo ed in altri ambiti pubblici, e la stessa Costituzione ne sancisce la difesa quale lingua della Repubblica.

Fratelli d’Italia chiede pertanto che in Consiglio Comunale si applichi il dettato già previsto dalla mozione 1/00278, con la quale  il Governo si impegna “ad adottare ogni opportuna iniziativa volta a tutelare e valorizzare la lingua italiana, quale grande patrimonio nazionale e a garantirne e promuoverne l’utilizzo pieno e corretto a partire dalle istituzioni pubbliche, nazionali e locali”.

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