Nella prevenzione del rischio Covid errare è umano, perseverare è …

Riceviamo e pubblichiamo: “A fine agosto 2020 la Conferenza Unificata Stato, regioni e autonomie locali ratificò l’infausta decisione di alzare all’80% la capienza dei mezzi pubblici di trasporto, cioè il livello di “ammucchiata” dentro i treni regionali e i bus urbani.
Poche ore prima, un gruppo nutrito di Comitati pendolari delle ferrovie del Lazio avevano inviato un appello all’Assessore regionale, competente per i trasporti. Si chiedeva che la Regione Lazio non s’accodasse alla tattica miope d’aumentare l’offerta di trasporto pubblico attraverso il sostanziale annullamento del distanziamento sociale minimo di un metro, con l’incremento della capienza massima ammissibile sui mezzi di trasporto pubblico, regionali e locali.

Partivano dalla lettura dei dati, che delineava una preoccupante crescita dei soggetti positivi ai controlli Covid 19 e del tasso di contagiosità (Rt) nel Lazio, nonché dalla constatazione dell’alta percentuale di soggetti asintomatici o paucis-sintomatici e dalla totale assenza di ricerche epidemiologiche mirate al settore del trasporto pubblico locale del Lazio, sia sul lato lavoratori
che sul lato utenti, pur più e più volte chieste dai Comitati pendolari alla Regione per il tramite il citato Assessorato. Acquisita alla cronaca quell’infausta scelta, formalizzata nel D.P.C.M. 08.09.20, rimasto inascoltato l’appello affinché il Lazio non s’accodasse al gregge ovi-caprino delle regioni, che risolvevano i loro problemi cronici e pluriennali, nei sistemi di trasporto collettivo, aumentando di molto le probabilità di contagio, questi Comitati hanno sempre colto ogni occasione, pertinente o impertinente, per chiedere all’Assessorato, guidato da Mauro Alessandri, un ripensamento ed un atteggiamento diverso, più prudente e lungimirante sulla tutela della salute pubblica a bordo dei trasporti regionali, soprattutto nell’affollatissima area metropolitana romana.
Diciotto mesi d’emergenza pandemica passati invano per i trasporti regionali? Sembra proprio di si ! La Storia si sta ripetendo e senza neppure avere il buon gusto (la Storia) di aspettare che finiscano le vacanze e si torni a scuola tra soli 50 giorni (che cattiva questa Storia).
I dati del 23 luglio 2021 ci dicono che su circa 10mila tamponi e 20mila test antigenici, nel Lazio si registrano quasi 854 nuovi casi positivi (il doppio in una settimana e quasi tutti nell’area metropolitana romana), con un morto e oltre 200 ricoverati in sub intensiva e nelle terapie intensive. Il rapporto tra positivi e tamponi molecolari è salito al 8,2%! Domanda: in un treno tipo CAF300 da 1.200 posti od in un recente treno Vivalto da quasi 1.300 posti, caricati fino all’80% con 960-1.040 passeggeri, che s’alitano addosso a meno d’un metro indossando le mascherine male e senza controlli, possiamo statisticamente attenderci la presenza di oltre 80 positivi? Nel frattempo, nella rete di trasporto non solo è stata sospesa quel po’ di integrazione delle linee con bus/pullman privati, senza info certe sulla ripresa a settembre, ma molte linee hanno continuato ad offrire un servizio sempre più ridotto (ad es. sulla Roma Lido s’è crollati da 178 corse/giorno di febbraio 2020 a sole 138 “teoriche” e circa 100 “reali” oggi), inducendo molti all’uso dell’auto, soluzione impossibile per molti, costosa per tutti, dannosa per la salute, che può essere accettabile ad agosto, ma a settembre ….?
Sui mezzi di trasporto locale tra poco arriverà il “Green Pass” … forse, più in là o magari no …. Chi ha un minimo d’esperienza e professionalità, come la hanno quasi solo i lavoratori e i pendolari dei trasporti, sorride all’idea che controllori delle aziende TPL o addetti alla sicurezza delle stazioni, “vigilino” e “controllino” che chi accede ad un treno abbia con sé il famoso “QR-Code-Libera tutti”.
In questi mesi di pandemia abbiamo visto ben altro. Nei trasporti collettivi l’intervento dei gestori e delle autorità è stato talmente blando, che le Ordinanze regionali o le prescrizioni dei DPCM governativi a tutela di utenti e aziende di trasporto pubblico, che dovevano imporre comportamenti corretti per prevenire l’infezione, si sono rivelate mere “grida manzoniane”,
lasciate al ricatto delle volontà aziendali e delle risorse disponibili, senza interventi sanzionatori significativi per le non conformità rispetto a quanto prescritto. Siamo stati abbandonati al rispetto volontaristico delle regole da parte dei passeggeri, senza quasi controlli da parte degli addetti verificatori/ispettori della Aziende, che si sono ipocritamente nascoste dietro l’intervento delle forze di polizia, dopo una litigata o una rissa. I Comitati pendolari firmatari di questo documento rivolgono nuovamente un pubblico invito all’Assessore alla mobilità, Mauro Alessandri, e all’Assessore alla sanità, Alessio D’Amato: non si pieghino a questa politica di ordinanze inutili, promesse vane e “briciole sotto il tappeto”.
Tra gli studenti in vacanza studio a Malta o in viaggio premio estivo in Catalogna ed i lavoratori e pendolari del trasporto pubblico del Lazio, l’unica differenza e che i primi, alla fine, sono stati controllati per l’eventuale positività, noi no, no, noi no, … no, noi …. NO !
Ora la curva dei contagi sale di nuovo, più che un Gran premio della montagna al Tour de France, ma mai la Regione ha avuto il coraggio di avviare una indagine epidemiologica su lavoratori e utenti del trasporto pubblico venuti in contatto col COVID-19.
I Comitati Pendolari non staranno zitti per permettere, a chi non è in grado di gestire, d’azzardare il rischio, nuovamente e tranquillamente, sulla salute delle persone, soprattutto quella degli utenti delle ferrovie, che va tutelata come e di più degli aspiranti vacanzieri o dei partecipanti ai Giochi di Tokyo”.

Comitato Pendolari Roma Ostia
Comitato Pendolari Roma Nord
Sferragliamenti dalla Casilina
Comitato Pendolari FL8 Ottava carrozza
Associazione Pendolari Stazione Minturno Scauri

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