No al megabiodigestore di Ambyenta Lazio

CIVITAVECCHIA – La popolazione della città e del comprensorio, insieme alla politica e alle istituzioni locali e ai consiglieri regionali Gino De Paolis e Devid Porrello, hanno detto No al megabiodigestore di Ambyenta Lazio, scendendo in piazza compattamente in grandi manifestazioni unitarie, ma alla Regione non si vogliono ascoltare le ragioni del territorio e si insiste in tutti i modi, percorrendo anche vie traverse, a riproporre il progetto dannoso del biodigestore.
E’ di oggi, infatti, la notizia che, mentre le proteste e le contestazioni sollevate in merito
all’irricevibile parere positivo hanno interrotto la fase conclusiva dell’iter procedurale di
autorizzazione del biodigestore, si è conclusa invece la conferenza di servizi che autorizza la
realizzazione del metanodotto di servizio che allaccia l’impianto biodigestore alla rete gas.
Ci saremmo aspettati che prima dell’opera di servizio fosse stato autorizzato l’impianto principale,
ma evidentemente alla Regione seguono altre logiche, sostenute da chi è convinto che il biodigestore si deve fare, anche contro la volontà dei residenti.
Costoro stanno dalla parte della società Ambyenta e dei profitti aziendali, non si preoccupano nè
dell’impatto ambientale e sanitario sui territori né del fatto che vengono cancellate le linee
programmatiche del piano regionale dei rifiuti, del principio di prossimità e autosufficienza nella
localizzazione degli impianti di trattamento rifiuti.
Inoltre è ormai appurato da evidenze scientifiche che il gas metano disperso produce effetti
climalteranti maggiori della CO2 ed è stato reso noto che le perdite fuggitive dalla rete italiana del
gas metano sono tuttora pari a quasi il 20%, dato 2020 della European Environment Agency
(https://www.eea.europa.eu). Quindi bruciare il gas prodotto con i biodigestori, anziché utilizzare
l’umido per il compostaggio, non solo non è economia circolare ma ci allontana dagli obiettivi di
riduzione dei gas serra che vogliamo raggiungere in tempi brevi per evitare conseguenze globali
disastrose.
Il territorio continua ad essere convintamente e fermamente contrario al biodigestore Anbyenta,
l’Amministrazione regionale deve convincersi che non potrà continuare ad aggravare l’impatto
sull’ambiente e la salute nascondendo le proprie responsabilità dietro iter burocratici e decisioni degli uffici tecnici o accampando necessità imposte dall’emergenza rifiuti della capitale.

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