No alla violenza, i sindacati piantano un ulivo come simbolo di rinascita sociale

di DIEGO GALLI –

Al termine delle iniziative contro la violenza di genere cominciate l’8 marzo per la festa della donna, i sindacati CGIL, UIL e CISL di Viterbo si sono riuniti presso lo spazio conferenze di Unindustria di Valle Faul per fare il punto di una situazione che resta tragica.

“La violenza resta per l’Italia un problema legato alla cultura  non solo quella verso le donne, ma in ogni ambito. Bisogna intervenire partendo dall’educazione nelle scuole, in particolare quella civica. Allo stesso modo vi è la necessità di aumentare i controlli e le sanzioni”. A dichiararlo è stato Giancarlo Turchetti, segretario generale UIL Viterbo. A fargli eco, Miranda Perinelli, segretaria dello Spi CGIL, che ha anche sottolineato il problema della “doppia fragilità” delle donne in età avanzata. Anche in questo caso, un problema legato strettamente alla cultura italiano, che vede molte donne anziane ormai “abituate” a subire violenze da parte del partner di sesso maschile, tanto da limitare il numero di denunce.

Elisa Durantini, segretaria UST CISL, ha invece presentato alcuni importanti dati raccolti. Secondo questi, il 40% delle donne afferma di aver ricevuto almeno una violenza nella sua vita. Un numero che sale drasticamente se rapportato al luogo di lavoro, dove la violenza si manifesta anche durante i colloqui e nell’annoso problema del divario salariale tra uomini e donne. “Un problema – ha aggiunto poi Elisabetta Papini di CGIL – che, se risolto, potrebbe influire positivamente sul PIL nazionale”. Nel particolare, stando ai dati, la categoria dei trasporti sarebbe quella più soggetta a tale problematica, con l’80% di donne vittime di abusi di varia forma, a partire da quello verbale.

Tra i vari interventi, anche quello di Enzo Palmisciano, sindacalista e rappresentante dell’associazione Campodimarte, che ha voluto porre l’accento sul fatto di smettere di parlare di violenza alle donne, ma di intervenire sugli uomini, cominciando con la loro educazione a partire dalle scuole. “I sindacati se la sentono di scommettere sulla necessità di approfondire la natura della violenza femminile parlando agli uomini? – ha chiesto – Perché, altrimenti, continueremo a parlare alle donne e questo non serve a nessuno”.

Al termine della conferenza, la messa dimora di un ulivo, albero simbolo di rinascita e di speranza, che vuole sottolineare come i sindacati puntino molto sulle generazioni future. Da qui l’importanza di concentrare nelle scuole l’impegno a un’educazione civica che permetta di raggiungere una vera parità tra generi.

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