di MARIELLA ZADRO –
La loro musica, non è solo da ascoltare, è da vivere e da partecipare: sono messaggi di pace, di solidarietà, d’ amicizia e d’amore.
Il mondo della mitica band, nata nei primi anni 60 tra Modena e Reggio Emilia dal tastierista Beppe Carletti e la voce di Augusto Daolio, esordisce nel 1963 con il nome Nomadi (forse per il suo intrinseco significato) da allora, non si è più fermata.
L’attuale formazione, vede al comando sempre Beppe Carletti (tastiera, fisarmonica e cori dal 1963), Sergio Reggioli (violino, voce dal 1998), Daniele Campani (batteria dal 1990) Cico Falzone (chitarre e cori dal 1990) Yuri Cilloni (voce dal 2017) Massimo Vecchi (basso e voce dal 1998)
Quest’anno festeggeranno i 60 anni d’ attività e da alcuni giorni, si parla molto di quest’ anniversario, anche in modo un po’ polemico. Infatti, sui social si legge:
“Non aver invitato i Nomadi, al prossimo Festival di Sanremo, in occasione dei loro sessant’anni di carriera e nonostante i grandissimi successi che per generazioni hanno fatto sognare i fan non è stato corretto. E’ una mancanza di rispetto”.
Un personale ricordo, settembre 2019, si accendono le luci sul palco di Civitella d’Agliano in occasione delle feste patronali per San Gorgonio: si accordano gli strumenti, ma il primo pensiero è stato per lui, per Augusto Daolio…
“Cielo grande cielo blu
Quanto spazio c’è lassù
Cammino solo e non ti sento più
Cielo grande cielo blu
Al mio fianco c’eri tu
E il giorno che nasce
Cancella ogni segno di te…
E’ iniziato così il loro concerto.