VITERBO- Riceviamo e pubblichiamo: “L’avvicinarsi del giorno in cui saremo chiamati alle urne per le elezioni regionali sta producendo miracoli. Il primo è senz’altro quello dell’ATO Unico Regionale , annunciato qualche giorno fa dal candidato della Lega Ciocchetti, che, a suo dire, produrrebbe un viatico per i cittadini , mentre l’altro è quello, rivelato dal candidato PD Panunzi, relativo al progetto ribattezzato “Acqua Bene Comune”, che risolverebbe il problema dell’arsenico.
In genere però quando si parla di miracoli si pensa al bene che essi producono alla collettività , in questo caso invece la moltiplicazione dei pani e dei pesci sembra prendere un indirizzo diverso.
Proviamo a capire se ciò che appare protetto da mistico segreto, si riesce a svelare .
Partiamo, quindi, dal primo miracolo cioè quello del l’ATO Unico Regionale:
Il Decreto Sbloccaitalia del 2014 di Renzi che ha modificato il D.lgs 152/2006, nell’introdurre il concetto di unicità dei gestori recita all’art-.172 comma 3 :
“l’Ente di Governo dell’Ambito ..dispone l’affidamento al gestore Unico di Ambito ..il cui bacino complessivo affidato sia almeno pari al 25% della popolazione ricadente nell’Ambito Territoriale Ottimamale di riferimento.”
Conti presto fatti; se l’ATO diviene unico su base regionale , il gestore unico diverrebbe chi detiene il 25 per cento della popolazione e, pertanto, la candidata è ACEA Spa, partecipata dalla francesec Suez.
La stessa ACEA che a Frosinone con ACEA ATO 5 detiene il primato per le tariffe piu’ alte d’ Italia oltre che le perdite nella rete di oltre il 70%. Alla faccia del viatico per i cittadini della Tuscia e alla faccia di ogni patriottismo tanto decantato!
Passiamo al secondo miracolo: il progetto “Acqua Bene Comune”, il miracolo che , attraverso il raccordo con il raddoppio del Peschiera dovrebbe depurare le acque del viterbese dall’arsenico.
Certamente, da cittadini della Tuscia che per decenni hanno proposto (inascoltati) richieste di soluzioni alla politica, potremmo dire: finalmente!
Peccato però che da quanto afferma lo stesso candidato del PD, il problema potrebbe mettere in sicurezza una limitata parte della provincia , lasciando irrisolta gran parte del territorio compreso Viterbo.
Ma c’è di più: la speculazione, anche nelle parole, che ribattezza “Acqua bene comune “ il progetto idraulico che, con il raddoppio del Peschiera , andrà a privatizzare l’intera gestione del ciclo delle acque dalle sorgenti ai rubinetti di casa.
E’ ben noto, infatti, che tutto ciò significa decine di milioni di soldi pubblici del PNRR spesi per consegnare la gestione delle sorgenti del Peschiera nelle mani di ACEA , la stessa a cui buona parte della politica vuole affidare la gestione del servizio idrico di tutta la regione Lazio.
Purtroppo, così funziona il modello di “nuovo” partenariato pubblico/privato, nel quale il primo ci mette i soldi e il secondo ci guadagna.
Come abbiamo potuto notare i due miracoli , pur se provenienti da forze politiche contrapposte, “ portano acqua” allo stesso destinatario.
Se ciò producesse vantaggi anche alla comunità ne saremmo felici ma questa trasversalità della politica che indirizza i beni comuni al profitto, noi cittadini la stiamo pagando cara non solo economicamente ma anche con la salute.
La privatizzazione delle sorgenti senza controllo pubblico, sta causando il conseguente dimezzamento della portata del fiume Velino a monte di Rieti che si va a sommare ai disastri ambientali già causati ai danni del Lago di Bracciano e del fiume Farfa , come ha evidenziato la petizione popolare lanciata a Rieti a dicembre scorso.
Il sacrificio ambientale a cui vengono sottoposti i nostri fiumi e laghi sarebbe evitabile semplicemente riparando le perdite delle reti idriche e creando sistemi di riciclo e di recupero . Per quanto riguarda il problema dell’arsenico non occorre un’opera faraonica che trasporta acqua da oltre 100km con una dispersione media del 50%, soprattutto se non è stato mai avviato il progetto dell’Università per la ricerca di fonti pure sul territorio.
Per queste ragioni riteniamo che sia il progetto dell’ATO Unico Regionale che il raddoppio del Peschiera si configurino più come un regalo all’ACEA che come un intervento al servizio delle nostre comunità.
L’acqua non va appaltata alle grandi multiutility che non hanno interesse a proteggere le risorse naturali, ma a sfruttarle ora e subito in funzione del profitto e delle quotazioni borsistiche.
L’appello ai candidati presidenti e consiglieri regionali resta sempre lo stesso: non giochino cinicamente con parole cariche di storia come “bene comune”; non le usino a sproposito come specchietto per le allodole “AtoUnico”; chiamino “pubblica” solo l’acqua gestita secondo lo spirito del referendum del 2011 e prendano impegno per attuare la legge regionale del 2014. La legge n.5, che per mezzo della creazione dei bacini idrografici naturali potrà impostare in modo del tutto nuovo l’uso pubblico e partecipato delle preziose risorse idriche della regione.
https://www.acquabenecomune.org/lazio-iniziative/4251-elezioniregionali2023-chi-si-schiera-per-il-dirittoallacqua”.