“Non si può far finta che tutto vada bene”: questo lo slogan del sit-in di Confael e Nursing Up

di MARTINA DI BARTOLO-

VITERBO-  Manifestazione di protesta oggi, sotto la Cittadella della Salute, organizzata da Confael e Nursing Up a cui è seguita poi alle ore 12 una conferenza presso il bar Grandori, di fronte a Porta Romana. A spiegare i motivi del sit-in il segretario della Confael, Egidio Gubbiotto e Filippo Perazzoni della Nursing Up. In primo piano le problematiche del Covid presso l’ospedale Belcolle. “I disagi riscontrati sono tanti, i casi positivi a Viterbo sono molti di più rispetto alle altre città perché non si sono presi sufficienti provvedimenti come ad esempio la creazione di percorsi appositi per i malati di Covid” – afferma Gubbiotto che aggiunge: “Come sindacato mi batto da anni per questi diritti. C’è poca pulizia negli ospedali, pretendiamo un’indagine più certa e più accurata. Mancano le divise per gli infermieri. E’ impensabile che il giorno dell’Epifania mancassero le divise. Se ci sono 7 morti in 13 giorni qualcosa non funziona”.  E aggiunge: “Siamo qui perché è dal mese di Aprile che stiamo protestando con lettere e comunicati stampa  su alcune disfunzioni che ci vengono segnalate dagli operatori sanitari locali di Viterbo che ad oggi non hanno avuto risposte vere e concrete.  Siamo qui per tutelare prima di tutto le persone e i pazienti”.

E’ anche intervenuto Perazzoni del Nursing Up, che ha aggiunto: “Ad aprile non hanno fatto le strutture necessarie per il Covid perché credevano che a settembre sarebbe finita la pandemia. Mancano le sanificazioni, mancano i percorsi (dove passa una persona malata di Covid non deve passare quella sana altrimenti si infetta). Hanno chiuso i reparti Covid a Montefiascone, Tarquinia e Civita Castellana. Gli spogliatoi non sono divisi.  Serve, inoltre, la predisposizione dei percorsi di ingresso e uscita dei dipendenti per evitare assembramenti”. Conclude il discorso dicendo che non si può far finta che tutto va bene.

Sia Perazzoni che Gubiotto insistono sull’attenzione sulla tutela degli operatori ospedalieri. “Allo stato attuale,  per gli operatori  che hanno contratto il contagio da Covid e scabbia, risulta che nessuna comunicazione è stata segnalata all’Inail. Questo compromette eventuali riconoscimenti di malattia professionale con grave danno per gli stessi operatori sanitari”. Altra questione, quella dei dispositivi di protezione individuali, che, denunciano i sindacalisti “sono di scarsa qualità”. Infine, ma non per ultimo, i turni massacranti che vanno ad incidere sullo stress psicofisico degli operatori costretti per troppe ore ad operare indossando i dispositivi di protezione individuale. Conclude Gubbiotto: “Chiediamo alla magistratura di indagare. Iniziamo chiedendo: quanti sono i pazienti che sono stati ricoverati all’ospedale Belcolle per un altro problema e poi si sono presi il Covid? La magistratura deve fare  un’indagine per verificare dove sta la verità”. Ed ancora Gubbiotto si chiede quale sia il rapporto percentuale tra positivi e morti per Covid. “Quale è il numero reale di morti per Covid all’ospedale Belcolle? Non si può far finta che tutto vada bene”. 

 

 

 

Print Friendly, PDF & Email
Condividi con:
LEGGI TUTTE LE NOTIZIE