Nonni e nipoti: contadini in cattedra!

di MARIELLA ZADRO-

VITERBO- Venerdì 18 novembre presso la Parrocchia dei Santi Valentino e Ilario si è svolto l’incontro: “Contadini in Cattedra”. Si tratta di un nuovo appuntamento del progetto “Nonni e Nipoti,
Percorso Intergenerazionale Valoriale e di Educazione Ambientale” delle Acli Provinciali di Viterbo supportato dal Bando Comunità Solidali 2020.
Dopo i Saluti di benvenuto del Parroco don Emanuele Germani e della Prof.ssa Alba Stella Paoletti che ha rappresentato l’Istituto Orioli di Viterbo, si sono succeduti gli interventi degli esperti in agraria.
Giuseppe Colla, Direttore del Dipartimento Dafne dell’Università degli Studi della Tuscia, ha sviscerato il tema delle coltivazioni ortive. L’intervento di Leonardo Varvaro, Bruno Paparatti e Alfredo Fabi ha riguardato invece la difesa sostenibile delle colture ortive da patogeni e insetti.
Gli aspetti scientifici, presentati contagio divulgativo, hanno suscitato l’interesse degli studenti dell’indirizzo Agrario della Scuola Orioli che hanno rivolto ai relatori diverse domande.
Tra le curiosità, hanno chiesto cosa significhi fare l’orticoltura senza bisogno di terreno.
Dopo questa prima parte, i lavori sono continuati con l’intervento di Simona Maiucci, Autrice del libro “Spirespiro”, che ha introdotto il brano dal titolo “Salvo e Gino” volto a presentare la storia di un giovane e di un nonno, entrambi di origini viterbesi.
I due protagonisti insieme realizzano l’innesto di un ciliegio, con notevole soddisfazione da parte di entrambi.
La riflessione sul racconto, ancorata all’esperienza di vita degli studenti dell’indirizzo agrario Orioli presenti in aula, è stata affidata alla prof.ssa Alba Stella Paioletti che ha lasciato successivamente la parola a Giovanni Serafini. Il titolare dell’azienda agricola di Tuscania ha effettuato con sapiente precisione esemplificazioni di innesti in aula di fronte ad una platea interessata e sorpresa dalla varietà e ricchezza degli interventi.
La sequenza di testimonianze successiva ha riguardato l’esperienza dei nonni e nipoti agricoltori.
La prima a prendere la parola è stata Giulia Maggini dell’azienda viterbese “La Culla”. Al suo intervento ha risposto Ivo Valentini, presentando la figura di Emilio Maggini (fondatore della Tuscia dialettale) e recitando una poesia a tema scritta dal bisnonno di Giulia.
Dalla commozione della giovane imprenditrice si è poi passati alla vivida testimonianza di nonno Marcello, padre di Stefano Palombo che gestisce un’azienda biologica.
E’ stato poi il turno di Alberto Negroni che ha presentato le finalità di Acli terra, di cui è Presidente, con particolare riferimento al sostegno dei giovani in agricoltura.
Marcello Tarnani, di Grotte Santo Stefano, ha invece rappresentato la sua esperienza di contadino nel terreno ereditato dal suocero che ha trasformato in un “giardino” grazie alle sapienti cure.
Rocco Todaro ha presentato invece la sua esperienza in Arsial, come geometra presso la diga di Canino, evidenziandone i riflessi per l’agricoltura del territorio.
E’ intervenuta inoltre la psicologia di Villarosa, Marisa Nicolini, accompagnata dalle Suore Ospitaliere di diverse nazionalità e da alcuni pazienti che coltivano l’orto terapeutico e hanno condiviso una riflessione sul tema.
Mario Olimpieri maestro cellerese, incarnando la tradizione, ha intrattenuto il pubblico con proverbi e detti popolari a tema ed ha concluso con una sua divertente poesia ambientata nell’orto.
E’ seguita poi la carrellata delle preziose testimonianze di Giuseppe Mattielli, Giuseppe Tumminello e Angela Riccobono; i tre ortisti degli Orti Solidali hanno rappresentato la loro soddisfazione nella coltivazione di prodotti e relazioni, in un clima di gruppo collaborativo.
Ha concluso la sequenza degli interventi Marina Padovan, anch’essa ortista degli Orti Solidali. Il suo racconto, dal tono poetico, ha paragonato la nascita di un seme a un parto, affermando che lei segue le sue piantine con la stessa cura e dedizione.
Si è trattato nel complesso di una mattinata ricca di condivisione tecnico-scientifica ma anche aperta alle dimensioni sociale ed emozionale. Il coordinamento è stato svolto da Elena Bocci; la sintesi e le conclusioni sono stati invece a cura di Claudia Papalini e Leonardo Varvaro che hanno usato toni propositivi e di apprezzamento.
Il confronto sereno tra uomini e donne, italiani e immigrati, esperti e meno esperti, fedeli alla tradizione e aperti all’innovazione… è stato ricco e fecondo, in quanto, basato su una solida dimensione valoriale.

  

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