ROMA – E’ stato finalmente approvato l’ aggiornamento dei tariffari per le prestazioni di specialistica ambulatoriale e protesica che permettono l’entrata in vigore dal prossimo 30 dicembre (come richiesto dalle Regioni) dei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA). Questi provvedimenti assicurano un ulteriore ampliamento del diritto alla tutela della salute dei cittadini inserendo nuove importanti prestazioni.
Il Collegio dei Reumatologi Italiani – CReI plaude l’iniziativa che colma un vuoto di aggiornamento tecnico-economico di 7 anni, ma dopo un’attenta lettura del nuovo Nomenclatore, il Consiglio Direttivo riunito in Sessione Straordinaria ha riscontrato che nel nuovo tariffario non vengono annoverate una serie di fondamentali prestazioni di competenza reumatologica. In particolare CReI si riferisce a: capillaroscopia, ecografia muscolo-scheletrica, artrocentesi, infiltrazioni di sostanze intrarticolari e biopsia delle ghiandole salivari, che invece vengono riconosciute nella disponibilità di altre specialità mediche (tra cui chirurgia, ortopedia e angiologia). In pratica nei nuovi LEA vengono riconosciute alla Reumatologia soltanto la “Prima visita reumatologica” e la “Visita reumatologica di controllo” omettendo tutte le prestazioni sopraindicate. CReI segnala che le stesse prestazioni vengono regolarmente insegnate in tutte le Scuole di Specializzazione di Reumatologia perché fanno parte del Programma formativo di tutti gli Atenei Italiani.
L’assenza di quelle prestazioni era già stata riscontrata in precedenza dal CReI e comunicata in data 18 dicembre 2023 con lettera indirizzata al Ministero della Salute, all’interno della quale si ricordava proprio che “nei programmi delle Scuole di Specializzazione come richiesto dal MIUR sono presenti e obbligatori per il raggiungimento del titolo specialistico, specifici percorsi formativi dedicati all’apprendimento, all’approfondimento e all’esecuzione pratica di tali prestazioni che sono fondamentali e imprescindibili per l’attività del Reumatologo in campo diagnostico, terapeutico e nel monitoraggio clinico-terapeutico”.
In quella occasione era giunta (in data 22 dicembre 2023) una pronta risposta del Ministero nella quale veniva precisato che “L’articolazione in branche non limita né condiziona in alcun modo l’attività dei professionisti, dipendenti o convenzionati con il Servizio sanitario nazionale, la cui attività è determinata dai rispettivi contratti di lavoro, collettivi e individuali. Le visite specialistiche per le quali non è esplicitamente indicata la branca, sono incluse nella categoria ‘altre’ e possono essere prescritte nella stessa ricetta insieme ad altre prestazioni complementari; pertanto, tali visite devono essere considerate appartenenti alla branca a cui afferiscono tali prestazioni.”
CReI reputa questa risposta solo parzialmente soddisfacente, anche se inquadrata nel contesto attuale. “Purtroppo il nuovo Nomenclatore continua a dimenticare tutte una serie imponente di attività attualmente svolte dai reumatologi” dichiara il Presidente CReI Severino Martin Martin, “Il rischio conseguente è a tutti ben noto: i diversi Direttori delle Aziende Sanitarie non riterranno urgente aumentare le ore settimanali da destinare alla reumatologia. Le conseguenze di questa ‘dimenticanza’ saranno alla vista di tutti: liste di attesa interminabili per eseguire una visita reumatologica e/o le prestazioni suindicate e prettamente reumatologiche; pazienti reumatologici visitati da specialisti di altre branche affini; giovani reumatologi neo-specialisti costretti a trovare lavoro in altri reparti, con l’ulteriore allungamento delle liste di attesa”.
Il Presidente Martin Martin conclude dichiarando che “Il CReI si attiverà per richiedere urgentemente un’audizione al Ministero della Salute affinché le preoccupanti criticità segnalate dal Collegio siano affrontate e risolte in modo tale da consentire in modo riconosciuto l’esecuzione diretta da parte del Reumatologo di tali indagini al momento stesso della visita. Ciò contribuirebbe all’abbattimento delle liste di attesa, ad ottenere una diagnosi più precoce delle patologie reumatologiche e fornirebbe al paziente una migliore e più snella assistenza sanitaria”.