Occasioni di identità, Cellere XXI secolo

CELLERE (Viterbo) –  I pregevoli e virtuosi propositi architettonici, i numerosi monumenti che arricchiscono la sua compagine urbana, il rapporto degli edifici rappresentativi, civili, religiosi, pubblici, privati, unito al plurisecolare rapporto tra città e campagna, che contribuisce alla creazione della pulchritudo, rendono il comune di Cellere oggetto di ispirazione per turisti e studiosi. Nel corso del tempo, tuttavia, diverse esigenze abitative, legate al confort e a nuovi standard urbanistici, hanno prodotto stratificazioni improprie, per lo più arbitrarie, dettate dalle esigenze del “singolo” che male si integrano nel complesso dell’organismo. Grazie al confronto e allo scambio avuto con l’Amministrazione Comunale e con i numerosi cittadini, oggi il percorso progettuale che ci ha condotti fin qui, ha genesi molto spontanea e cerca di riannodare alcuni punti rimasti in sospeso, individuando nell’attuale e peculiare configurazione delle opportunità, delle occasioni di sviluppo e di definizione delineate dal tempo. Con un abile utilizzo degli INGREDIENTI già presenti nell’abitato, si cerca di risolvere criticità e di restituire quell’identità urbana che oggi risulta alterata, a volte disarmonica, individuando temi di sviluppo del tessuto connettivo che consistono in nuove soluzioni urbanistiche, paesaggistiche e ludiche.
A livello urbano si è evidenziata la mancanza di comunicazione, soprattutto sotto il profilo dell’attraversamento e del collegamento con una parte del paese, tra le due rupi che individuano il crinale di fondazione di Cellere. Queste rupi di straordinaria bellezza naturalistica e architettonica, sono state identificate come Rupe Monumentale, quella dominata dalla chiesa di S. Egidio, e Bordo Selvaggio, quella più naturalistica sul versante opposto.
La nostra proposta intende inserire un collegamento verticale che enfatizzi il Belvedere, connetta quindi le due rupi e che poggi sul muro a scarpata realizzato a seguito dei crolli avvenuti nei primi anni del ‘900, e assegni, infine, alla Piazza Vittorio Emanuele III il ruolo di polarità oggi mancante. Tale occasione vorrebbe utilizzare il poggio sottostante a mo’ di piccolo parco urbano dominato dall’abitato, andando a integrarsi con il nascente Percorso dei Briganti, iniziativa già in atto sul territorio.
Altra occasione è costituita dall’abbondante presenza di superfetazioni che oggi caratterizzano l’abitato di Cellere. Tali superfetazioni, hanno prodotto il risultato di uno sgradevole accumulo edilizio che rischia di connotare l’intera immagine del paese. Senza interventi brutali, ma con un semplice Piano del Colore, tali escrescenze verrebbero interpretate in un processo figurativo che, con il coinvolgimento di giovani artisti o semplicemente con l’utilizzo di una sequenza cromatica, andrebbero a vivacizzare lo svolgersi dei parametri edilizi.
La cospicua presenza di discendenti presenti sulla rupe, oltre alla sgradevolezza estetica del suo susseguirsi, purtroppo concorre alla disgregazione del supporto tufaceo dell’intero abitato, inserendosi in quel complesso fenomeno di dissesto idrogeologico che affligge l’intero territorio nazionale. L’intervento prevede sia un’opera di canalizzazione e convogliamento degli stessi, sia una mitigazione paesaggistica mediante opere di carattere vegetativo che andrebbero ad ampliare la ricchezza naturalistica della zona.

 

Print Friendly, PDF & Email
Condividi con:
LEGGI TUTTE LE NOTIZIE