Oggi parliamo della Torre della Bella Galiana

di ROSANNA DE MARCHI-

VITERBO – Tale Torre in realtà si chiama Torre del Branca eretta nel 1296. Si trova a Porta Faul. Perché allora i viterbesi la chiamano della bella Galiana? Una leggenda racconta di una fanciulla viterbese dalla bellezza insuperabile, la sua pelle era così chiara, delicata e trasparente che quando beveva il vino rosso si vedeva scendere il liquido nella sua gola!
Fu scelta dal consiglio dei saggi come vergine per essere sacrificata alla cinghialessa bianca. Sacrificio che avveniva ogni anno. La fanciulla veniva legata in un masso sotto il ponte del paradosso, pronta per essere divorata, Ma questa volta il leone uscito dalla selva, la salvò uccidendo la scrofa bianca.
Da allora secondo la leggenda il leone è l’indiscusso simbolo di Viterbo. Alla Torre è legata la Storia della bella Galiana narrata da Lanzillotto, cronista viterbese del XIII sec, secondo cui a Viterbo viveva la bellissima Galiana, detta la bella. Data la sua bellezza, i giovani venivano da diversi paesi per poterla ammirare.
Si era salvata dal sacrificio, ma la sua vita era ancora in pericolo.
Un giorno, Giovanni di Vico, discendente di una famiglia prefettizia di Roma venne nella Tuscia e la vide uscire dalla chiesa di San Silvestro, ma lei non lo degnò neanche di uno sguardo. Così Giovanni tento di rapire la giovane in una notte, ma un fulmine colpì una campana, che iniziò a suonare all’impazzata. I cittadini accorsero e impedirono al giovane di rapire la bella fanciulla. Passò del tempo e Giovanni radunò un esercito e assediò Viterbo chiedendo la giovane in sposa, il popolo si rifiutò e combatté ferocemente fino a ferire Giovanni. Egli promise a quel punto, di ritirarsi a patto che gli mostrassero Galiana.
Il giorno successivo Galiana si affacciò da una finestra della Torre. La fanciulla si mostrò per salvare la sua città, ma una voce tuonò come un ordine “o mia o di nessuno “e a tal segnale un arciere scagliò un dardo. La povera fanciulla venne colpita da una freccia dei soldati di Giovanni e morì. La reazione dei viterbesi fu durissima e anche Giovanni morì in quello scontro.
Era l’anno 1138. Il corpo di Galiana fu tumulato in un sarcofago che era stato tratto, dicono alcuni, dall’antico masso del sacrificio, sul quale venne scolpito il miracolo del leone e della scrofa. Il sarcofago fu portato nel portico della chiesa dedicata all’Angelo con la Spada, dove ancora oggi si può ammirare.

 

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