Oggi si ricorda il terremoto che colpì Tuscania nel 1971

di Redazione –

TUSCANIA ( Viterbo) – Oggi, sabato 6 febbraio,  sono 50 anni dal terremoto che colpì Tuscania: quella sera del 1971 fu funesta per il territorio di Tuscania. Lo ricorda il sindaco Fabio Bartolacci, che afferma: “Abbiamo subito una catastrofe, una città che è stata rasa al suolo da un terremoto. Ieri è iniziato il primo evento per ricordare questa tragedia con la presentazione di un bellissimo libro che parla appunto del terremoto all’interno del quale ci sono foto, immagini, interviste. Ripercorre la storia che ha visto coinvolto la nostra popolazione. Io all’epoca avevo 10 anni ed ho vissuto il terremoto con l’inconsapevolezza di quell’età l’evento, prendendone poi coscienza. Tuscania fu trasferita nelle baracche e nel tempo abbiamo assistito ad una ricostruzione, una dimostrazione che quando le istituzioni lavorano con serietà si riesce a risorgere. Abbiamo anche vissuto la ricostruzione del centro storico e per questo dobbiamo ringraziare i tanti amministratori e sindaci che hanno lavorato alla ricostruzione di questa città, che era stata rasa al suolo. Un ringraziamento all’ing. Tessaguzza che  ha ricostruito questa città dal punto di vista architettonico in maniera stupenda. Ma uno dei problemi per tanti anni era farla rivivere e questo lavoro è stato fatto dai tanti sindaci che hanno contribuito in ciò. Oggi abbiamo assistito ad una città che è tornata ad essere abitata con il centro storico con i negozi, ristoranti, bar. Non si è ricostruita solo la parte strutturale delle case, ma anche il tessuto sociale Il cinquantesimo continuerà oggi: consegneremo una corona in ricordo delle 37 vittime e depositeremo fiori in posti importanti del terremoto. Alle 17, 30 ci sarà la messa al Duomo, al termine della quale ci porteremo in piazza Basile dove ci sarà una fiaccolata ed alle 19,09 si spegneranno le luci della città ed inizieranno a suonare le campagne e le sirene per ricordare quel momento difficile. La comunità di Tuscania è gente laboriosa che non si avvilisce. Oggi,  in modo orgoglioso,  posso dire che abbiamo ricostruito oltre che a un centro storco straordinario una grande comunità”.

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