di MARIELLA ZADRO-
VITERBO- “Il cammino fa emergere la nostra parte più bella, più autentica, ci fa sentire in pace, ci fa stare bene con noi stessi, con gli altri, con la natura, con il creato”.
Questa definizione racchiude, a grandi linee, le motivazioni che spingono una persona a mettersi alla prova, attraverso un cammino per visitare luoghi significativi dal punto di vista culturale, politico, storico; o un pellegrinaggio devozionale in un santuario, in un luogo sacro per compiervi speciali atti di religione.
Se ne è parlato sabato 14 settembre presso la chiesa di San Giovanni Battista (del Gonfalone) con il Prof. Don Paolo Asolan, preside e docente di teologia alla università pontificia Lateranense, sul tema “Ogni Pellegrinaggio è un Giubileo”.
Il prof. Asolan è cappellano della Confraternita di San Jacopo di Compostela Capitolo Romano, attivo pellegrino e autore di numerose pubblicazioni sui cammini.
Durante la sua ricca e particolareggiata esposizione, ha comparato il giubileo nel suo significato originale sin dalla nascita nella cultura ebraica, riportandolo al significato teologico nella cultura cristiana.
Inoltre, ha esposto le caratteristiche comuni del giubileo e del pellegrinaggio, approdando alla conclusione che:
“Ogni pellegrinaggio è una ricerca dell’assoluto, una richiesta di perdono, analogamente a ciò che avviene durante l’Anno Santo”.
In occasione della conferenza, il diacono Vincenzo Mirto, ha presentato il suo secondo libro dal titolo: “Santiago di Compostela, racconti sul Cammino. Memorie di un Pellegrino Itinerante”; il confratello di San Jacopo di Compostela Giuseppe D’Andrea, ha parlato dell’importanza dei corsi propedeutici per l’accoglienza del pellegrino, mentre Francesco Ciula, ha raccontato l’esperienza del suo primo pellegrinaggio a Santiago.
Inoltre, hanno portato la testimonianza Vito Parente e la moglie Rita Calvitto, volontari presso l’Ospitale del Pellegrino che dal mese di marzo a settembre accoglie i pellegrini che, percorrendo la Via Francigena, sostano a Viterbo per una notte, per poi raggiungere Roma.
“La nostra esperienza, hanno commentato, è fatta di relazioni, seppur brevi, per dare un’ospitalità come accogliere una persona nella propria casa. In cambio riceviamo ringraziamenti, gratitudine e riconoscenza per il semplice servizio che offriamo. Tutto ciò ti gratifica e ti stimola a proseguire nella nostra opera”.
Nel nostro territorio sono presenti diverse realtà storiche, testimonianze di Fede, dove vengono organizzati dei cammini in occasione di ricorrenze e feste.
Presente alla conferenza Sergio Berbeglia, presidente dell’Associazione don Armando Marini, che ha illustrato il “breve cammino” di un chilometro (Cammino della Fede) che da Strada Bagni conduce al luogo del martirio dei santi Valentino e Ilario, patroni di Viterbo, e all’ipogeo.
Altra testimonianze è stata illustrata da Gianni Scivola, componente dell’Associazione Cammino di San Rocco di Bagnaia. Dal 16 al 18 agosto, il borgo celebra il loro patrono con celebrazioni, momenti conviviali-musicali e con il Cammino di tre giorni, che si articola da Acquapendente a Bagnaia.
Citando il sommo poeta Dante dalle Rime della “Vita Nova” (XIII sec.)
Deh peregrini che pensosi andate,
forse di cosa che non v’è presente,
venite voi da sì lontana gente,
com’a la vista voi ne dimostrate.