Onori e festa per l’ispettore capo Felice Orlandini dal 1 agosto in pensione: un esempio per tutti di competenza, integrità, professionalità e dedizione

di ANNA MARIA STEFANINI-

VITERBO – L’ispettore capo della Polizia di Stato Felice Orlandini, in servizio presso la squadra di polizia giudiziaria, collaboratore del procuratore capo Alberto Pazienti in numerose inchieste che hanno portato al recupero di opere d’arte trafugate, già nominato ispettore onorario del Ministero per i beni e le attività culturali, dal 1 agosto è in pensione. Il 2 agosto, presso l’agriturismo Vazianello, un luogo immerso fra la vegetazione dei Cimini, ad agricoltura biologica, fra Ronciglione e Caprarola, durante una grande festa in suo onore,

tanti hanno voluto rendere omaggio a un grande poliziotto, ma soprattutto a una persona eccezionale dal punto di vista non solo professionale, ma umano; un esempio di dedizione al dovere e un punto di riferimento per la cultura storica e archeologica della Tuscia e nazionale.
Felice Orlandini, durante la sua lunga e onorata carriera al servizio della Polizia di Stato e dei cittadini, si è sempre prodigato per il recupero del patrimonio ed è stato nominato ispettore onorario dei Beni Culturali, ruolo che è stato creato nel 1907.

Da 3 anni è socio onorario di Archeotuscia. Il dott. Fabio Zampaglione, Dirigente della Divisione Polizia Anticrimine, ha detto:”Di lui abbiamo sempre apprezzato, fra le sue tante doti, la curiosità, grazie alla quale ha ottenuto risultati eccezionali nella sua attività ed è riuscito a scovare tanti tombaroli. Fra le attività seguite, da quando mi sono trovato a dirigere l’anticrimine, le misure di sorveglianza speciale ai soggetti coinvolti nell’operazione Erostrato e la proposta di sequestro e confisca dei beni, che ora è depositata presso il tribunale di Roma.
Lo voglio ringraziare perchè, avendolo avuto come dipendente, ho potuto apprezzarne la professionalità e l’onestà. Lo ringraziamo tutti per il grandissimo contributo dato alla Questura di Viterbo”.
A rendere omaggio all’ispettore, oltre a Fabio Zampaglione, i procuratori Alberto Pazienti e Malerba, il vicario del questore dott. Andrea Sarnari, che ha portato i saluti del questore Luigi Silipo, l’ex questore di Viterbo Giancarlo Sant’Elia, gli ex sindaci Giulio Marini e Leonardo Michelini, il capo di Gabinetto Roberto D’Amico, la dottoressa Flaminia Donnini, dirigente della Digos, l’assistente capo coordinatore Itala Di Giuda, il presidente dell’associazione culturale Archeotuscia Luciano Proietti, la socia dell’associazione docente e giornalista Anna Maria Stefanini, tanti colleghi e amici.

Orlandini, che per anni ha collaborato con il Mibac e le varie soprintedenze nell’ambito delle indagini coordinate dal procuratore Pazienti, continuerà a svolgere la propria attività di ispettore onorario nel settore dei beni architettonici, storici ed etnoantropologici della provincia di Viterbo.

Per anni, Orlandini e il luogotenente Sandro Calista, della Guardia di Finanza, hanno condotto le indagini che hanno portato al recupero dei pregevoli affreschi di Palazzo Spreca, nel centro storico di Viterbo, che sono stati confiscati e restituiti al Comune. Su disposizione del procuratore Pazienti, Orlandini e la Polizia di Stato hanno sequestrato un raro manoscritto del XV trafugato dall’archivio storico di Bagnoregio e messo in vendita in una casa d’aste romana.

Altre numerose indagini sul fronte della tutela dei beni culturali sono state condotte e sono tuttora in corso.

Felice Orlandini dunque va in pensione, dopo una vita trascorsa al servizio della tutela del patrimonio storico ed artistico della Tuscia.

Entrato in polizia nel 1987, ha lasciato la Polizia di Stato, per raggiunti limiti di età, proprio il giorno del suo compleanno, il primo agosto.

Oltre che per il salvataggio dei dipinti di palazzo Spreca, Orlandini sarà ricordato anche per il recupero del materiale di archivio del comune di Ronciglione, l’inventario dei beni mobili e immobili della Asl di Viterbo, dei reliquari della diocesi di Civita Castellana nonché per la catalogazione dei reperti del monastero di Santa Rosa.
Anche per questi meriti è stato nominato ispettore onorario per la tutela e la vigilanza dei Beni Culturali.

In un mondo in cui la fiducia fra cittadini e istituzioni è sempre più fondamentale, la storia di Felice Orlandini, ispettore di polizia in pensione dal 1 agosto, rappresenta un faro di onestà, competenza e dedizione. Dopo oltre trent’anni di servizio onorevole nel corpo di polizia, Orlandini ha lasciato un’impronta indelebile non solo tra i suoi colleghi, ma anche tra i cittadini della Tuscia

Sin dal suo ingresso nella polizia, Orlandini si è distinto per il suo approccio etico, attento e professionale. Le sue azioni hanno sempre parlato di un’integrità impeccabile, di determinazione, curiosità e coraggio. Il suo metodo di lavoro si è sempre fondato sulla trasparenza e sulla collaborazione, in un ambiente in cui i suoi colleghi erano incoraggiati a fare lo stesso.
Una carriera in cui i valori della Polizia sono restati solidi e sicuri nel tempo.
Orlandini ha attivamente partecipato a iniziative locali dell’associazione culturale Archeotuscia organizzando eventi di sensibilizzazione e incontri con i cittadini, dimostrando che la polizia è parte integrante della comunità. La sua capacità di costruire relazioni ha favorito un clima di fiducia e collaborazione.

Oggi, mentre Orlandini inizierà a godersi la meritata pensione, il suo lascito continua a vivere nei cuori e nelle menti dei suoi colleghi e della comunità che ha servito. La sua carriera è una testimonianza di ciò che significa essere non solo un poliziotto, ma un vero esempio di integrità, dedizione, etica e onestà.
Il tributo riservato a Felice Orlandini non è solo un riconoscimento del suo servizio passato, ma un invito a tutti noi a perseguire i nostri valori con passione e determinazione. La comunità, nell’ ispettore, ha guadagnato un modello di vita da seguire.

L’ispettore capo ieri ha ripercorso le tappe della sua storia lavorativa: proveniente da una famiglia di contadini, a soli 16 anni fece la domanda per entrare in Finanza, poi dopo una breve esperienza nell’esercito, entrò in servizio nella Polizia di Stato. Ha lavorato per anni in una stanza presso gli Uffici Giudiziari di Viterbo, dopo aver girato l’Italia e dopo che gli fu offerta l’opportunità di tornare vicino al suo paese natìo, Canepina. Lo fece in grande stile. Ora risiede a Caprarola. Una delle esperienze da ricordare, nella sua luminosa carriera, è il resoconto giudiziario del processo al bandito Giuliano, che si svolse a Viterbo alla metà del secolo scorso, durante la quale l’ispettore condusse ricerche approfondite che lo portarono a conoscere il professor Tiziano Buchicchio Faliari Zani con il quale cominciò una lunga e fruttuosa collaborazione che ancora continua.

Un altro dei suoi più grandi successi fu il ritrovamento dei dipinti di palazzo Spreca, che rappresentano un ciclo di 14 Virtù profane dipinte da un anonimo e datati 1470-1480: immagini che stilisticamente affondano le radici nella fase terminale dell’età medievale ma che allo stesso tempo già colgono i tratti e le innovazioni del Rinascimento. Non se ne avevano più notizie dal 1913. ” Furono ritrovati in una mostra a Roma – ha ricordato Orlandini – Vederli riportare al museo di Viterbo dentro un furgone della Polizia mi procurò un’ emozione grandissima. Poi, la storia vera di come quei dipinti siano finiti a Roma, è ancora tutta da scrivere”.
Sia i Procuratori, che il vicario del Questore che il Presidente di Archeotuscia e i colleghi hanno espresso grande stima e affetto nei confronti di Orlandini.
Parlando del suo pensionamento, l’ispettore ha affermato: “Vuol dire che avrò più tempo da dedicare alle mie grandi passioni, l’archeologia, la pittura, l’architettura, l’arte”. Speriamo anche che abbia modo e tempo di pubblicare finalmente il libro che ha iniziato, contenente la storia della sua esperienza in Polizia.
I migliori auguri dalla redazione di Tusciatimes.

 

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