di REDAZIONE-
VITERBO- La protesta contro la discarica di Casalone, situata a un chilometro dal sito archeologico di Norchia si intensifica. Durante la conferenza di stamani a Palazzo Gentili, il presidente della Provincia di Viterbo, Alessandro Romoli, ha ribadito, insieme ai sindaci di Monte Romano e Vetralla, rispettivamente Maurizio Testa e Sandrino Aquilani, alla presidente della commissione ambiente della provincia Lina Delle Monache ed al consigliere comunale Giancarlo Martinengo, la ferma opposizione al progetto.
Romoli ha spiegato che la Provincia è stata convocata dalla Regione Lazio per esprimere il proprio parere sulle emissioni atmosferiche e lo smaltimento delle acque reflue. Intende esprimere un parere contrario, in linea con il piano rifiuti provinciale, che riserva alla Provincia il diritto di decidere sui nuovi impianti.
Il progetto, proposto da un privato, prevede la conversione di una ex cava in una discarica di 312.000 metri cubi. Inizialmente destinata a materiali inerti, potrebbe in futuro ricevere anche rifiuti urbani e fanghi derivanti dalla potabilizzazione dell’acqua. Il passaggio cruciale è la Valutazione di Impatto Ambientale (VIA), che potrebbe aprire la strada alla realizzazione dell’impianto.
Romoli ha definito il progetto una vera e propria discarica e ha sottolineato che la questione è tecnica e ambientale, non politica. Anche Lina Delle Monache, presidente della Commissione Ambiente, ha espresso preoccupazione per l’autorizzazione regionale che permette di accogliere rifiuti urbani.
Il consigliere comunale Giancarlo Martinengo ha parlato di un “accanimento” contro il territorio, già minacciato da progetti come l’ampliamento della discarica di Monterazzano e l’installazione di impianti fotovoltaici ed eolici. Ha ricordato che Viterbo è autosufficiente nella gestione dei rifiuti, lamentando che la regione sfrutti il territorio. I sindaci di Monte Romano e Vetralla hanno anch’essi sostenuto l’opposizione, sottolineando la necessità di difendere i diritti dei cittadini e proteggere il territorio. Le istituzioni locali si dicono pronte a unire le forze per fermare il progetto e prevenire lo sfruttamento del territorio di Viterbo per la gestione dei rifiuti della Regione Lazio.