Ospedale di Belcolle, Daniela Paris denuncia la situazione drammatica del PS

VITERBO- Riceviamo e pubblichiamo la lettera aperta di Daniela Paris: “Al Presidente della Repubblica Italiana, Sergio Mattarella, alla Presidente del Consiglio dei ministri, Giorgia Meloni, al Ministro della Salute, Orazio Schillaci, al Presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca, all’assessore al sanità della Regione Lazio, Massimiliano Maselli, alla Sindaca di Viterbo, Chiara Frontini, al Presidente della provincia di Viterbo, Alessandro Romoli, al dirigente sanitario ASL di Viterbo, Dottor Antonio Rizzotto, al direttore del pronto soccorso dell’ospedale Belcolle di Viterbo,  Dott.ssa Lorena Cipollone. Lettera aperta: Molti mi hanno scoraggiato dallo scrivere questa lettera, mi dicevano che tanto non sarebbe servito a niente. Altri mi hanno detto che tanto nulla sarebbe cambiato, che in tanti hanno protestato più volte, senza nulla ottenere.
Ma il mio affetto per mia madre, il mio dolore per la sua inutile sofferenza, il mio senso civico mi hanno portato a scrivere.
Non mi interessano denunce penali e la ricerca di capri espiatori, ma penso che tutti si debba denunciare la situazione drammatica in cui versa il pronto soccorso dell’Ospedale Belcolle di Viterbo.
Questo senso di rassegnazione della cittadinanza e degli operatori sanitari mi inquieta, io non mi arrendo alla rassegnazione!
La situazione negli anni è sempre più peggiorata e si è arrivati ad una realtà drammatica dove la dignità della persona malata è completamente calpestata. Ho visto persone sofferenti in barella nei corridoi a causa del sovraffollamento, donne e uomini nella stesse stanze, medici e infermieri, in numero inadeguato rispetto alla necessità, cercare di fare del proprio meglio in una situazione drammatica che mi ricordava un girone infernale più che un luogo per l’assistenza sanitaria a persone bisognose di aiuto.
IO Ml RIBELLO ALLA RASSEGNAZIONE!
Ci sono precise responsabilità politiche di questa situazione immorale
Sì, uso questo termine perché è immorale non dare adeguato soccorso e cura a chi ha bisogno, a chi è fragile, a chi è debole.
Mia madre è stata per un giorno e mezzo in pronto soccorso, era gelata e non si riusciva a trovarle neanche una coperta, mi rispondevano che erano finite, ho dovuto supplicare un infermiere affinché me ne trovasse una. Mia madre soffriva di dolori atroci, ma ha avuto un antidolorifico soltanto quando finalmente le hanno trovato un posto in reparto.
Mia madre avrebbe compiuto 94 anni a gennaio, ma anche per questo aveva diritto di morire senza inutili sofferenze.
Spero che questa mia denuncia sia ascoltata dal Capo dello Stato e da chi ci governa.
Spero sia ascoltata da quegli
amministratori, da quei politici, da quei dirigenti e operatori sanitari, da quei cittadini che, come me, non si vogliono rassegnare a questa ingiusta e orribile situazione”.
Daniela Paris

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