Ospedale Sant’Anna, il sindaco Mengoni scrive al Ministro della Salute per il riconoscimento di area disagiata

RONCIGLIONE ( Viterbo) – Il sindaco Mario Mengoni: “Ho predisposto una lettera indirizzata al Ministro della Salute per valutare la modifica del D.M. 70/2015,  riguardante i “Presidi ospedalieri in zone particolarmente disagiate”. La richiesta, già firmata dal sindaco di Bassano Romano Emanuele Maggi, è supportata da una documentazione dettagliata e dati utili a valutare questa modifica, fondamentale per parlare di riapertura dell’ospedale S. Anna di Ronciglione. Chiederò agli altri miei colleghi sindaci della zona sud della provincia di firmarla, così come al consiglio regionale e al Presidente Zingaretti. Invitiamo anche il comitato cittadino Amici del S. Anna a sottoscrivere ed inviare la lettera, così da fare fronte comune sull’unica via ad oggi percorribile per arrivare a questo importante risultato: indirizzare cioè correttamente la richiesta al Ministro della Salute per la modifica dei parametri delle aree disagiate, così che anche il nostro Comune possa rientrare nella categoria”.

Di seguito la lettera in oggetto.

 

 Al Ministro della Salute

 

Oggetto: richiesta modifica D.M. 70/2015

 

Onorevole Ministro,

a nome dell’Amministrazione Comunale che mi pregio di rappresentare, e dei miei colleghi Sindaci che insieme a me hanno sottoscritto la presente richiesta, tutti appartenenti alla zona Sud della Provincia di Viterbo, siamo a richiederle un suo autorevole intervento circa l’opportunità di modificare la disciplina prevista dal D.M. 70/2015, in ordine al punto riguardante i “Presidi ospedalieri in zone particolarmente disagiate”.

Il territorio a cui apparteniamo è caratterizzato:

·       Da una scarsa densità popolare, con una media tra i 13 Comuni interessati di 145 abitanti per km²;

·       Da comuni parzialmente montani, siti all’interno della Comunità Montana dei Cimini;

·       Dalla presenza del Lago di Vico, la cui classificazione meteorologica è CSA come stabilito da Köppen e Geiger con una temperatura media di 13.1 °C e con una media annuale di piovosità di 726 mm, la cui maggioranza sotto forma di nebbia, quasi perenne nel periodo autunnale ed invernale;

·       Dalla presenza della catena montuosa dei Cimini, che circonda il Lago di Vico, le cui caratteristiche metereologiche sono similari a quelle delle stesso lago, ma con temperature molto più rigide, causando nelle giornate autunnali e invernali continue gelate del manto stradale;

·       Da un asse viario tortuoso, costituito da strade ad una sola corsia, nella maggior parte dei casi prive di banchina, con un manto stradale fatiscente. Le vie di collegamento con il DEA di I livello (Ospedale di Belcolle) passano all’interno della catena montuosa dei Cimini e lungo le sponde del Lago di Vico (la S.P. Valle di Vico e la S.P. Cimina) le quali, come sopra evidenziato, sono particolarmente soggette a banchi di nebbia, a gelate, ma altresì a frane e allagamenti poiché si trovano alle pendici dei Monti Cimini e per non parlare dell’elevato numero di incidenti causati da agenti ambientali e da attraversamenti  stradali della fauna selvatica;

·       Da un percorso, alternativo ai suddetti assi viari, che comporta un dilatamento dei tempi di percorrenza che arrivano sino a 70 minuti per giungere al DEA di I livello (Ospedale di Belcolle). Questa condizione potrebbe essere ulteriormente peggiorata dalla presenza lungo tale asse viario di attraversamenti ferroviari.

·       Da due postazioni di ambulanza 118 site una nel Comune di Ronciglione e nel Comune di Vetralla;

 

Prendendo ad esame una chiamata di emergenza proveniente dal Comune di Ronciglione o di Bassano Romano  l’’ambulanza che sarebbe chiamata ad intervenire è quella sita nel Comune di Ronciglione. Se essa non fosse disponibile, perché occupata in altro intervento, in subordine interverrebbe quella sita nel Comune di Vetralla dilatando così ancor di più i tempi di percorrenza, rendendo necessari 80 minuti per raggiungere il DEA di I livello (Ospedale di Belcolle).

Teniamo a sottolineare che, i tempi di percorrenza suddetti, sono soggetti ad ulteriori fattori, come i tempi di reazione del personale dell’ARES 118 e gli attraversamenti ferroviari presenti.

Considerato che, per tutte le patologie tempolabili si rende necessario assicurare entro 90 minuti i trattamenti sanitari previsti, al fine di salvaguardare il maggior numero di vite possibili e di erogare, così, un servizio di emergenza efficace,

Con la presente si richiede il suo autorevole intervento circa la possibilità di modificare il punto “9.2.2 Presidi ospedalieri in zone particolarmente disagiate” introducendo la possibilità che anche le aree, come la nostra, vengano riconosciute aree particolarmente disagiate. Ci riferiamo a tutte quelle aree nelle quali i tempi di raggiungimento dei centri hub e spoke sono inferiori ai 90 minuti, ma solo in condizioni ottimali e nelle quali basta incontrare un qualsiasi imprevisto (come un passaggio a livello chiuso) per superare i fatidici 90 minuti e quindi compromettere una vita.

Nello specifico le chiediamo di introdurre nel D.M. 70/2015 la possibilità di derogare ai 90 minuti, considerando le condizioni territoriali, o in subordine l’introduzione di una ulteriore classificazione che garantisca la presenza nel raggio di 60 minuti di un presidio di primo soccorso attivo h24 con un maggior numero di postazioni di 118 medicalizzate.

 

Certi di una sua risposta, cogliamo l’occasione per porle i nostri più cordiali saluti.

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