VITERBO – Il convegno di mercoledì 22 giugno sul Diritto d’asilo a vent’anni dalla nascita dello Sprar è stato l’occasione per ripercorrere la storia di un percorso istituzionale di accoglienza che, negli anni, è cresciuto anche grazie alla collaborazione tra pubblico e Terzo Settore.
Organizzato da Arci Solidarietà Viterbo, presso l’auditorium Carivit del Centro Culturale Valle Faul, al convegno sono intervenuti Virginia Costa (Servizio Centrale SAI – Sistema di Accoglienza e Integrazione), Matteo Biffoni (Sindaco di Prato, Anci – Cittalia), Filippo Miraglia (Arci APS), Riccardo Clerici (UNHCR, Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati), Sergio Giovagnoli (Arci Solidarietà Viterbo SRL – Impresa sociale) e i sindaci Bianchi (Celleno), Grassotti (Vitorchiano); Primieri (Gallese) e Rallo (Oriolo Romano).
Nel viterbese Arci Viterbo e Arci Solidarietà Viterbo sono, dal 2001, impegnate nella promozione di un modello di accoglienza diffusa che punta su integrazione e autonomia delle persone accolte, e contrasta la logica delle emergenze. L’ottimo riscontro di pubblico e la partecipazione di responsabili istituzionali e delle associazioni cittadine e provinciali hanno segnalato un interesse positivo per il tema del diritto d’asilo e dei modelli di accoglienza.
Ad aprire il convegno è stato il saluto del prefetto Antonio Cananà che ha ribadito l’importanza di accogliere, prima di tutto per ragioni etiche: per fare la nostra parte rispetto ai drammi e le crisi internazionali.
Virginia Costa, del Servizio Centrale SAI, ha osservato che, dal punto di vista dell’accoglienza, il territorio della Tuscia è cresciuto, segnalando quindi il buon lavoro svolto dai precursori che, negli anni, ha consentito alla rete di crescere fino a coinvolgere molti comuni e a raggiungere i 220 posti attuali di accoglienza diffusa; un risultato che rende evidente la capacità del territorio di assorbire i rifugiati e richiedenti asilo.
Filippo Miraglia, responsabile nazionale immigrazione di Arci Aps, ricorda come l’accoglienza SPRAR (Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati che oggi si chiama SAI) nacque venti anni fa soprattutto con piccoli comuni e che Arci oggi gestisce, con orgoglio per questo lavoro svolto e questa storia, più di 100 progetti SAI in Italia. Questo ventennale, però, sottolinea Miraglia, ricorda anche una legge pessima (la cosiddetta Bossi-Fini) che ancora pesa sulla condizione giuridica dei migranti. Così, anche se il SAI ha dimostrato di essere di gran lunga il sistema migliore, il sistema emergenziale dei CAS (Centri di Accoglienza Straordinaria) è, nel nostro paese, ancora prevalente: «è questo sistema – continua Miraglia – a creare quelle disuguaglianze che, poi, vengono motivate dal fatto che siamo in emergenza, anche se noi sappiamo che è da venti anni che siamo in emergenza, per questo – conclude – richiediamo uguali diritti per tutti e un sistema unico di accoglienza».
Matteo Biffoni, sindaco di Prato e Responsabile Immigrazione dell’ANCI (Associazione Nazionale Comuni d’Italia) è intervenuto per evidenziare come occorra fare tutto il possibile perché i servizi di accoglienza siano armonizzati con le politiche sociali locali. Quello del SAI, per il sindaco di Prato, è il modello più adatto, come conferma l’apprezzamento da parte dei Comuni italiani, tanto che, a fronte dell’avviso per gli ampliamenti straordinari dei progetti SAI per 3.500 posti, sono arrivate, da parte degli stessi comuni, richieste per 6000 posti e, per i nuovi progetti, la richiesta dei comuni è stata sette volte maggiore dei posti a disposizione; l’appello finale di Matteo Biffoni è quindi per il Ministero perché non mortifichi il lavoro svolto in questo settore e le richieste dei Comuni.
Marco Bianchi, Sindaco di Celleno, ha ringraziato Arci per la gestione, ormai storica, del progetto a Celleno, un progetto che ha avuto il merito di accogliere e integrare tanti nuclei familiari, producendo inoltre il beneficio indiretto, per tutta la comunità, di incrementare la popolazione scolastica favorendo il mantenimento dei servizi educativi sul territorio.
Sono anche intervenuti Emanuele Rallo, sindaco di Oriolo Romano, Ruggero Grassotti sindaco di Vitorchiano, Danilo Piersanti sindaco di Gallese e Pierangelo Conti, Responsabile dei Servizi Sociali del Comune di Viterbo, che hanno convenuto sul fatto che, al netto dei problemi più minuti, l’accoglienza presenta una sfida costruttiva per le comunità in termini di dialogo culturale e di crescita.