di REDAZIONE-
Dopo il ricovero al Policlinico Gemelli e un periodo di convalescenza, Papa Francesco ha fatto un’inaspettata e commovente apparizione in Piazza San Pietro in occasione del Giubileo dedicato agli ammalati e al personale sanitario. Nonostante la fragilità fisica, il Pontefice ha voluto partecipare personalmente all’evento, sorprendendo tutti i presenti al termine della messa celebrata da Monsignor Rino Fisichella.
Spinto in sedia a rotelle dal suo assistente Massimiliano Strappetti e accompagnato dal segretario don Juan Cruz Villalon, Francesco è comparso sul sagrato tra applausi, lacrime e grande emozione da parte dei circa 20 mila fedeli presenti. Ha salutato i presenti con un sorriso, ha impartito la benedizione e ha fatto leggere un messaggio di ringraziamento.
Visibilmente dimagrito ma con voce più sicura rispetto ai giorni precedenti, il Papa ha mostrato segni di miglioramento grazie alle terapie contro la polmonite bilaterale e alla riabilitazione in corso. Prima della messa, si è confessato, ha attraversato la Porta Santa e si è raccolto in preghiera, sottolineando il suo desiderio di condividere pienamente l’esperienza della sofferenza: “Pellegrino tra i pellegrini”, come ha riferito la Sala stampa vaticana.
Fino all’ultimo si pensava che avrebbe partecipato solo tramite collegamento video, ma la sua determinazione lo ha portato ad affrontare di persona l’evento, segnando anche la sua prima uscita pubblica da Santa Marta dopo le dimissioni dall’ospedale.
Durante l’omelia, letta da Fisichella ma scritta da lui, Francesco ha condiviso riflessioni profonde sulla malattia, definendola “una scuola in cui impariamo ad amare e a lasciarci amare”, e ha ricordato le parole di Papa Benedetto XVI, secondo cui “una società che non accetta i sofferenti è una società crudele e disumana”.
All’Angelus, ha rivolto un appello per il sostegno agli operatori sanitari, spesso lasciati soli o aggrediti, e ha chiesto maggiori investimenti nella sanità pubblica e nella ricerca, perché i sistemi sanitari siano più inclusivi e attenti ai più deboli. Ha infine pregato per la pace in Ucraina, a Gaza e in Myanmar, chiedendo la fine dei conflitti e l’aiuto per le popolazioni colpite.
Con questo gesto, in quello che è stato definito il “Giubileo della speranza”, Papa Francesco ha voluto offrire al mondo un segno tangibile di vicinanza, resilienza e fede, anche nella fragilità.