Parole in musica e palio delle botti a Pianoscarano per la tradizionale Festa dell’Uva

VITERBO – In occasione della Festa dell’Uva di Pianoscarano, storico quartiere viterbese, che si terrà dal 22 al 25 settembre, la compagnia amatoriale teatrale “Attori per caso” di Viterbo aprirà i festeggiamenti con uno spettacolo dal titolo “Parole in musica” per la regia di Sabrina Morbidelli. Lo spettacolo affronterà, con poesie e monologhi, le problematiche di vita e i momenti di spensieratezza. Farà da cornice sonora la musica, colonna sonora della nostra vita, e saranno declamate alcune poesie scritte da Perla Angeli e Sabrina Morbidelli.

Gli attori sono: Elena Minnetti, Daniela Del Pinco, Giovanna Sirolesi, Anna Finaroli, Bruno Pulcinelli, Paola Piali, Tiziano Piscini, Maria Pina Arcangeli, Vlad Charapanau; i cantanti: Viviana Arenzullo e Leonello Ferri.

La Festa dell’Uva, nel quartiere storico di Pianoscarano, è una tradizione alla quale il popolo viterbese è molto legato. Il vino che esce dalla fontana, il palio delle botti, le cene, le danze, la poesia dialettale e in lingua italiana: tutto è parte della nostra storia e dei ricordi.

Pianoscarano non è solo un quartiere: è il cuore della viterbesità, della tradizione, della “lengua vetorbese“.
Il quartiere è, con San Pellegrino, la parte più antica della Città dei Papi.

Il suo nome compare già in alcuni documenti medievali anche come Squarano o Scarlano. Esso sembra derivare dal termine longobardo “squara”, che significa schiera, luogo dove erano accampate le truppe.
I suoi vicoli, le sue case e le piazze riportano alla storia e alle tradizioni contadine locali. Ancora si sente parlare, nel cuore del quartiere, la più pura “lengua vitorbese”.

Il quartiere era separato dal resto della città dal torrente Paradosso e collegato ad essa da un piccolo ponte che ha lo stesso nome e che ricorda le vicende della Bella Galiana.

Mentre il torrente è ormai interrato e al suo posto ci sono orti e giardini, il ponte è ancora esistente e permette di oltrepassare il fossato che divide il quartiere di Pianoscarano da di San Pellegrino.

Al quartiere si accedeva da porta Fiorita, una delle porte più antiche della città, chiusa per tanto tempo è stata riaperta soltanto nel 1970.

Alcuni edifici del quartiere sono stati modificati del corso dei secoli; quelli medievali superstiti risalgono alla fine del XII secolo secolo e l’inizio del XIII.
Si possono ammirare ancora i profferli, elementi architettonici caratteristici, in peperino in alcune abitazioni.

Essendo il quartiere abitato in prevalenza da contadini e piccoli artigiani, le case non presentano pregi artistici di rilievo, ma ciò le rende più vicine a un popolo orgoglioso e fiero delle tradizioni, del dialetto, della storia di una città. Molte case sono caratterizzate da aperture con archi a tutto sesto sormontate da un tetto a capanna.
Nel cuore del quartiere sorgono la chiesa di San Carlo e quella di San Andrea.

Al centro troviamo la famosa fontana del “Piano”, celebre perché causa della sommossa cittadina del 1367 contro i cardinali al seguito di papa Urbano V. A causa di questa sommossa, dovuta al fatto che fu lavato un cane nella fontana che dava da bere agli abitanti, per ordine del Papa, la fontana fu distrutta. Quella attuale risale al 1376.

I bottaroli di Pianoscarano si allenano tutti i giorni, spingendo le botti sulla salita per vincere il palio di Pianoscarano. Non è affatto facile. Ci vogliono impegno, forza ed energia, che, a “Pia’ Scarano” non mancano!

Quest’anno la Festa dell’Uva è particolarmente ricca di eventi e di bontà locali…sicuramente da provare.

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