Pasolini 100, calcio, eroe e natura a Bomarzo

BOMARZO (Viterbo) – Tra vicoli medievali di calce porosa, su un panorama di antiche montagne di azzurro impressionista, tra volti masacceschi, e ricordi di pesti giovinetti impastati nel tufo, ricchi di quell’esodo del mulo provenienti da un passato anonimo e popolare, si è svolta la partitella tra amici. Lo sport del calcio, filosofia e pedagogia che accompagnerá Pasolini per tutta la vita, tra i ragazzi di vita di Roma e della Tuscia. Importanti le testimonianze dei figli della Tuscia che hanno ricordato le partitelle alla Molinella prima della superstrada e al campo di calcio di Bomarzo per poi fare merenda alla Torre con acqua, pane e prosciutto e cremino al cioccolato. Piccoli gesti ma ricchi di umanità rimasti impressi nel cuore di questi giovanetti ormai adulti. “Pier Paolo quando giocava non pensava più a niente lo vedevi ridere e correre leggero come una farfalla. Veniva a Chia con una faccia e tornava a Roma con un altra, seria e pensierosa, pensieri e silenzi che non raccontava mai a nessuno…” Ricordo di Quinto Chiacchiararelli.

 

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