Patchwork, vere opere d’arte

di MARIELLA ZADRO –

VITERBO – È estremamente riduttivo appellare un lavoro realizzato con la tecnica del patchwork, semplicemente “manufatto”, perché è in realtà un’opera d’arte.

In questi giorni, presso la Chiesa di San Giacomo, in Via Saffi a Viterbo, sono in esposizione i lavori dell’Associazione Quilting Tuscia, che dal settembre 2020 è attiva con la presidentessa Anna Maria Garzillo e 24 “quilterine”.

La tecnica del Patchwork, letteralmente significa “lavoro con le pezze” è l’arte di cucire assieme avanzi di stoffa in composizioni di geometrie multicolori e di fantasie floreali. Nata per necessità dai pionieri americani, arriva fino ai giorni nostri.

Il “quilt (latino culcita, italiano coltre, spagnolo colcha) è il lavoro finito costituito da un “top” (lavoro a patchwork) sono tenuti insieme da una trapuntatura e rifiniti sui lati da un binding (bordino, rilegatura, legame) che li chiude.

Se oggi è considerato l’hobby di creatività e pazienza per eccellenza, lo dobbiamo alla tradizione tramandataci da quelle donne che, per rendersi utili alla casa, rattoppavano avanzi di stoffe recuperate.

Diverse le tipologie tradizionali: Geometrico, Appliquè e Baltimora, la tecnica Hawaiana, la Molas degli indiani di Panama, il Korak afgano.

Il gruppo di lavoro si riunisce ogni mercoledì presso l’oratorio della Chiesa di San Giovanni Battista a Bagnaia, grazie alla disponibilità del parroco Don Vittore.

Un ringraziamento alla Delegazione dell’Ordine di Malta che ha ospitato la mostra presso la loro sede.

Per seguire l’attività dell’associazione consultare la pagina Facebook Associazione Quilting Tuscia.

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