Patrizia Coppa, la storia di una malata terminale costretta a combattere anche con la legge

di WANDA CHERUBINI –

VITERBO – Patrizia Coppa da anni sta combattendo contro un male inguaribile, ma anche dentro le aule del tribunale di Viterbo. Una persona malata terminale di cancro dovrebbe cercare di raccogliere tutte le poche forze che ancora ha per vivere una vita, quello che le resta,  il più serena possibile, per cercare di sedare il dolore che questo male fa al fisico ed alla mente, per curarsi con i rimedi che la scienza medica finora ha a disposizione. Ma Patrizia non può “permettersi”di pensare a come debellare il dolore, a come contraffare il male e basta, in quanto, da anni è alle prese con una giustizia che a quanto pare con lei  sembra non essere stata tanto giusta. Non voglio entrare nei meriti delle vicende processuali che hanno visto coinvolta Patrizia e di cui lei sulla sua pagina Facebook ne ha dato puntuale notizia. Quello su cui voglio concentrare la mia attenzione e di quelli che mi leggeranno è sulla pietas umana: Patrizia, pur malata terminale e con una madre novantenne, ha ricevuto l’ordinanza che deve lasciare la sua abitazione.  Non fa niente se sta malissimo, se ha il cancro, se ha la febbre, se sta subendo trasfusioni di sangue, non importa neanche se con lei vive sua madre anziana. La “giustizia” ha deciso che deve uscire dalla sua casa. Per fortuna alcuni amici si sono mobilitati in suo aiuto, tra cui Laura Leo, che, oltre ad essere una bravissima cantante è anche la presidente dell’associazione “Itinerando”, che ha l’usufrutto di quella casa, dove abita Patrizia con la madre,  fino al 2064. “Siamo andate oggi in questura con Patrizia per depositare tutta la documentazione – ci spiega Laura Leo – Io ho fatto la cessione dell’immobile alla mamma di Patrizia, quindi, non possono fare nulla. Per me tutto ciò sembra un accanimento assurdo e poco umano. Cercheremo ora di portare il caso di Patrizia in televisione”.

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