Peppe Sini: un ricordo di Marcello Polacchi

VITERBO-Riceviamo e pubblichiamo: “Marcello Polacchi, che e’ deceduto ieri vittima dell’epidemia, molti a Viterbo ricorderanno in questi giorni e poi ancora a lungo nel corso degli anni avvenire la figura insigne.
L’umanista di poliedrica e salda cultura, vasta e profonda ad un tempo, costantemente proteso in un medesimo movimento dell’animo alla sequela di virtute e canoscenza.

L’avvocato illustre dalla profonda e acuta intelligenza e il cuore nobile e generoso le cui vittorie nel foro sovente furono altresi’ atti di pedagogia morale e civile oltre che brillanti esempi di dottrina giuridica e luminose prove di pascaliana sapienza del cuore degli esseri umani e del mondo.
Il cittadino impegnato per il bene comune, per i diritti umani di tutti gli esseri umani, il militante del movimento delle oppresse e degli oppressi in lotta per la giustizia sociale, l’eguaglianza di dignita’ e diritti, le liberta’ di tutti e di ciascuna persona, la responsabilita’ per l’umanita’, la solidarieta’ che ogni essere umano riconosca e raggiunga, e sostenga e protegga, e conforti, e liberi.
Il consigliere comunale e capogruppo comunista che nella Sala del Consiglio di Palazzo dei Priori si batteva per il vero, il buono, il giusto, tenacemente contrastando il regime della corruzione, alacremente adoperandosi affinche’ la cosa pubblica fosse amministrata in pro della popolazione tutta ed in primo luogo a beneficio di chi del pubblico sostegno piu’ avesse bisogno, inverando lo spirito e il dettato della Costituzione repubblicana.
Il Presidente della Provincia di Viterbo che promosse realizzazioni grandi e durature che ancora illustrano questa citta’ e questa terra – ed altre non meno preziose e frugifere che amministrazioni successive stoltamente hanno lasciato estinguere.

Anch’io che scrivo queste poche righe lo ho conosciuto anche in quelle sue vesti: come dotto e valente professatore del giure di adamantina probita’, come compagno d’ideali e di lotte sollecito di giustizia e liberta’, come maestro di civilta’ e cultura; ma l’ho conosciuto anche come amico. Un amico cui credo di dovere molto.
C’e’ una lirica di Edgar Allan Poe, che s’intitola “Eldorado”, che serbo nella memoria da oltre mezzo secolo; con essa vorrei un’ultima volta salutarlo.

Una persona buona ci ha lasciato. Resta la sua memoria, la sua testimonianza, il bene che ha compiuto, l’esempio che ha donato, resta il valore che non si estingue.
In quest’ora di lutto ai familiari tutti anche il mio abbraccio giunga”.

Peppe Sini
Print Friendly, PDF & Email
Condividi con:
LEGGI TUTTE LE NOTIZIE