Buone Feste da Tuscia Times Buone Feste da Tuscia Times
Buone Feste da Tuscia Times

Per Massimiliano Damerini

di CINZIA DICHIARA

È questo il titolo della kermesse musicale in onore di Massimiliano Damerini (Genova, 1951- 2023) svoltasi la scorsa domenica 17 novembre a Genova, sua città natale, grazie all’iniziativa curata dalla GOG, Giovine Orchestra Genovese, in collaborazione con l’Associazione Pasquale Anfossi. A poco più di un anno dall’improvvisa scomparsa, il 20 luglio 2023, del pianista, compositore e didatta finalmente qualcosa si è mosso per ricordarne la figura e l’opera. La sua attività è stata incessante, fino all’ultimo. Damerini ha lasciato un’impronta e un’eredità al mondo della musica che non va dimenticata.

Impegnato su vari fronti del concertismo, sia nell’ambito della musica contemporanea, alla quale il suo nome resta legato per il ruolo di protagonista che egli ha rivestito non solo in Italia ma in tutta Europa grazie alla sua capacità di interprete dei linguaggi difficili, complessi, pionieristici dell’avanguardia novecentesca e della musica sperimentale, sia nell’interpretazione di autori del periodo classico- romantico da lui amati a dismisura, Damerini ha dedicato a questi ultimi una cospicua parte delle sue fatiche, tant’è che al momento della scomparsa aveva appena terminato di registrare l’intero ciclo di Sonate di Beethoven.

E ne parlava con soddisfazione per essere giunto ad approfondire tanto studio intorno al pianeta Beethoven con la conoscenza e l’esperienza di una vita, concludendo un’impresa, titanica appunto, alla quale aveva tenuto moltissimo, peraltro per averla realizzata in tandem con il figlio Luca, suo produttore, fonico e tecnico.

Un pianista completo, costantemente dedito all’attività professionale e didattica, nonché alla famiglia: alla sua Clara, con la quale aveva festeggiato quarantasei anni di solida e partecipe unione matrimoniale, e ai due figli amatissimi Luca e Alessandro.

Qualsiasi iniziativa si accingesse a portare avanti non conosceva cedimenti ma solo entusiasmo, comunicativa effervescente, lena infaticabile, nella piena gioia di fare musica, di insegnare ai suoi allievi, di divulgare la propria esperienza, di discutere intorno a tematiche legate alla sua arte.

Molto presto, la spiccata vena creativa, la versatilità, la facilità di lettura, e, non ultimo, un carattere propositivo, gioviale, “curioso” per suo stesso dire, gli avevano conferito la capacità di avanzare nel cammino artistico divenendo personalità di riferimento. Cosicché, nel tempo, la sua centralità nel panorama musicale è stata sancita da diversi compositori quali Salvatore Sciarrino, col quale ebbe una stretta collaborazione, Andrea Ferrante, Roberto Carnevale e Vittorio Fellegara, che gli hanno dedicato proprie composizioni per pianoforte.

Con il suo amico e collega presso il Conservatorio Paganini di Genova Roberto Iovino, e con Pietro Borgonovo, direttore della Giovine Orchestra Genovese e del Concorso Internazionale di Musica ‘Gian Battista Viotti’ di Vercelli, sono intervenuti per celebrarne la memoria Luigi Verdi, Carmen Vilalta e Carla Magnan, figure dell’ambiente musicale che hanno animato una Tavola Rotonda preceduta dalla proiezione di filmati con riprese di concerti atti a illustrare la figura del musicista.

Molto coinvolgente l’intervento del figlio del pianista scomparso, Luca, il quale ha tracciato un profilo umano del padre, descrivendolo come persona che amava molto scherzare ed era appassionata della vita. Per inciso, Damerini era fiero sostenitore della sua squadra, la Sampdoria, e ne seguiva le vicende calcistiche esultando sempre in caso di vittoria, con la simpatia che lo contraddistingueva.

A seguire, un concerto tenuto da due musicisti a lui legati da lunga amicizia e collaborazione: il flautista Roberto Fabbriciani per aver condiviso con lui un’attività concertistica quarantennale, in Italia e all’estero, con tournée anche in Giappone, e il pianista Marco Rapetti per essere stato suo affezionatissimo allievo.

Il programma, molto vario, ha abbracciato prevalentemente nomi della musica contemporanea con brani per flauto solo come la Sequenza I (1958) di Luciano Berio (1925-2003), inoltre Cardellino, Cinciallegra, Ciuffolotto e Cormorano (1986) di Sylvano Bussotti (1931-2021), e Nidi (1979) di Franco Donatoni (1927-2000); poi, composizioni per flauto e pianoforte come la Sonata (1957) di Francis Poulenc (1899-1963), e infine in prima esecuzione assoluta il brano per flauto e pianoforte Omaggio a Duke composto da Massimiliano Damerini nel 2006.

Conclusa l’esibizione, prima della pausa- pranzo ancora una ripresa della proiezione dei video.

Alla Tavola rotonda del pomeriggio si sono aggiunti gli interventi di amici che lo hanno frequentato: il violoncellista Nevio Zanardi e il giornalista e critico musicale Edwin Rosasco, anch’essi giunti nella Sala del Minor Consiglio di Palazzo Ducale per testimoniare la valentia di Damerini e narrare qualche aneddoto reativo al suo modo di essere un vero musicista e un uomo colto e generoso, sempre disponibile.

Quindi un altro momento musicale è stato affidato ai pianisti Alessandro Bistarelli, che ha eseguito Tre studi marini (1994) da Luigi Verdi dedicato a Damerini, a Ljuba Moiz, che ha proposto ” L’Alouette Lulu” di Olivier Messiaen (1908-1992) poiché è brano lavorato con Damerini, e infine al pianista Massimo De Stefano, compagno di studi di Damerini negli anni di formazione con Martha Del Vecchio, il quale ha concluso la manifestazione con il Poème n.1 op.32 di Aleksandr Skrjabin (1872-1915), accompagnando infine il soprano Irene Cerboncini in “Io son l’umile ancella” da Adriana Lecouvreur di Francesco Cilea (1866-1950), brano dalla cantante  interpretato più volte in passato con Damerini.

La giornata ha riscosso particolare successo di pubblico, dunque si auspica che tale iniziativa possa prendere piede e divenire un appuntamento a livello magari non soltanto locale ma nazionale in quanto Damerini ha profuso molta della sua arte a Genova, di certo, tuttavia si è mosso musicalmente molto oltre: i grandi, del resto, appartengono al mondo. Il loro esempio accompagna le sorti dell’umanità, soprattutto in una società sempre più frenetica, distratta e talora dimentica.

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