Per un approccio fenomenologico ai sistemi fisici di riferimento

A mio avviso, in un qualunque sistema di riferimento un singolo elemento influisce su tutto il resto aumentando il disordine del sistema stesso e rendendo così più difficile fare previsioni sulle sue dinamiche di funzionamento. Ogni qualvolta che l’uomo compie osservazioni dello stesso sistema la configurazione di quest’ultimo cambia sempre. Nella fattispecie una singola osservazione empirica di un sistema rappresenta solo una traccia della nostra esperienza che, per essere valida, deve essere messa in relazione alle altre successive. Ne deriva così che ogni singola esperienza risulta essere gravida di quello che ancora non conosciamo ovvero contiene, in potenza, gli elementi che agiranno poi sul sistema facendolo così variare. In tal senso viene superato il dualismo osservatore-sistema ovvero il nostro Dasein risulta la chiave di lettura del sistema e quindi le nostre azioni sottintendono praticamente quelle che sono le nostre aspettative riguardo la variazione del sistema stesso. Ma in un primo momento noi siamo scettici di fronte ad un tale grado di consapevolezza della variazione del sistema. A ben vedere noi siamo le monadi che trasfondono le nostre esperienze in osservazioni empiriche perché, proprio in virtù del principio di ragion sufficiente, bastiamo a decretare il grado di padronanza che abbiamo di noi stessi ovvero della sistema osservato, quindi tale assunto ci riporta al tema precedente cioè alla singola osservazione empirica in relazione alle altre. La nostra esperienza ci dimostrerà se avremo avuto ragione: dunque se osservatore e sistema si compenetrano e si alimentano a vicenda ciò è dovuto non solo al nostro grado di consapevolezza ovvero dalle nostre esperienze, messe in relazione le une alle altre, ma anche ai criteri con i quali ci approcciamo a configurare ogni volta la nostra osservazione. E un criterio fattibile in tal senso, anzi il criterio motore per eccellenza delle nostre esperienze è la scelta che ci permette di discernere tra passato e futuro, tra ciò che è stato e ciò che sarà, allo scopo di regalarci momentaneamente il grado di consapevolezza che abbiamo del sistema osservato. In un afflato di fenomenologica memoria il Dasein e il Nous sono due facce della stessa medaglia e il ricordo dei nostri limiti in quanto enti non pregiudica ciò che per noi è la conoscenza attraverso l’esperienza grazie alla quale tentiamo di superare il timore dell’errore.

Biagio Lauritano

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