Perchè vuoi fare il consigliere comunale?

Riceviamo da Raffaello Federighi e pubblichiamo: “Perchè? Perché diamine vuoi fare il Consigliere Comunale? Non avrai stipendio, pensione, vitalizio, solo qualche spicciolo di euro come gettone di presenza.
Non avrai alcun potere, nessun ufficio di rappresentanza, nessuna auto blu di servizio, nessun assistente portaborse.
Nessuno ti chiamerà Eccellenza, Onorevole, Presidente.
Dovrai continuare a lavorare o cercarti un lavoro, sottrarrai ulteriore tempo a te stesso, ai tuoi cari e ai tuoi affetti.
Ogni atto che voterai ne avrai la responsabilità e non avrai alcun consulente legale che ti spieghi cosa stai facendo.
Non è la via maestra per diventare qualcuno, fare carriera o accrescere il tuo conto in banca.
Insomma, un disastro, una sciocchezza, una perdita di tempo, anche un modo probabile per ricevere contumelie dai molti cittadini giustamente arrabbiati perché “voi” (ma voi, chi?) “non fate mai niente, non risolvete mai nulla”. Infine, non trascurare la possibilità di finire in Tribunale sotto processo e la certezza di venire calunniato.
E allora, perché?
E perché tanto tempo fa ti sei messo uno zaino sulle spalle e sei andato “chissadove” lasciandoti tutto alle spalle, senza rimpianti? Perché per anni nessuno ti ha più visto in famiglia? Perché -confessalo- non hai una tua famiglia? Perché quando cambia il tempo le cicatrici ti fanno più male anche se fai finta di niente?
E perché aiuti animali che non ti votano, religiosi alternativi che non diventeranno mai Cardinali? Perché hai il vizio del volontariato? Perché assisti chi non ti paga e ti chiama a mezzanotte solo perché ha bisogno di sentire una voce e ha solo la tua? Perché prendi sempre posizioni scomode, non conformiste, non alla moda, che non ti porteranno mai alcun vantaggio? Perché non ti tiri mai indietro? Perché se le prendi di santa ragione, come diceva il cantautore, “tu insisti di più”? Perché se senti l’inno nazionale, soprattutto se sei da solo, ti alzi in piedi e ti metti sull’attenti?
Te lo dico io perché.
A prescindere che sei caduto dal seggiolone da piccolo e che ti sei rotto la testa più volte, tralasciando la genetica, perché sei un volontario per professione, come volontari sono stati tuo padre e tuo nonno, ma solo perché loro lo ritenevano un dovere. Non tenendo conto che sei tacciato di avere un brutto carattere, ma magari solo perché hai un carattere e che sei un “diversamente diverso” senza farne un mestiere. Sottacendo che, sì, tu ami il tuo Paese, la tua città, il luogo dove vivi e lavori, dove sono coloro che ami, dove sono sepolti i tuoi cari, non lo ostenti, non te ne vanti, ma tu questo Paese lo ami, lo hai difeso con le armi e sembra che sia una colpa, ma ora non le imbracci più. E allora strilli in piazza, impugni un microfono, digiti una tastiera, maneggi una penna, discuti, esorti, qualcuno convinci, alcuni li salvi. Questo ti fa stare meglio, ti convinci che non è stato tutto inutile e sbagliato, ma comunque rifaresti uguale tutto da capo, perché tu rendi conto solo alla tua coscienza e a coloro che ora sono sull’altro lato del cammino, perché quello che facciamo per noi stessi muore con noi, ciò che facciamo per gli altri rimane ed è immortale.
Ecco, questo fai, perché questo ti hanno insegnato a fare, questo vuoi fare, anche da Consigliere Comunale questo vuoi continuare a fare e pazienza se molti non capiscono, qualcuno ammicca, altri travisano.
Tu questo sei e non cambierai, questo lo sai e lo sa anche chi ti vuole bene, ti stima, ti apprezza, ti aiuta, cammina al tuo fianco e condivide un tratto del cammino.
Gli altri forse lo capiranno. Prima o poi”.

Print Friendly, PDF & Email
Condividi con:
LEGGI TUTTE LE NOTIZIE