Pillole di scacchi

È ancora l’Inghilterra ad ospitarci nel nostro viaggio attraverso i maggiori protagonisti del gioco dei re. Questa volta siamo a Manchester, nel 1841. Qui nacque uno dei più forti giocatori inglesi della seconda metà del XIX secolo, Joseph Henry Blackburne, anche detto ” Black death”, la morte nera. Fu un giocatore estremamente aggressivo e combinativo, forse a tratti anche incosciente e questo fu un tratto del suo stile che gli costò non poche partite contro avversari del suo livello e superiori. Era un formidabile giocatore alla cieca, ma il fatto di aver iniziato a giocare a scacchi ad una età relativamente tarda, 18-19 anni, fu probabilmente la causa che non gli permise di accedere alla vetta dell’Olimpo. Dopo soli due anni dal suo battesimo del fuoco sulla scacchiera, nonostante la pessima prestazione al torneo di Londra del 1862, riuscì a sconfiggere nell’incontro diretto niente di meno che Wilhelm Steinitz, il futuro primo campione del mondo. Vinse sei anni dopo il campionato britannico e nel 1870 ottenne un terzo posto davanti a nomi altisonanti come Paulsen e Winawer, che avremo modo di incontrare sul nostro cammino. Quando divenne professionista iniziò ad esibirsi anche oltre oceano giocando simultanee alla cieca contro sedici avversari. Nel 1873 divise ex aequo, perdendo lo spareggio, il primo posto con Wilhelm Steinitz nel torneo di Vienna, ottenne un primo posto a Londra nel 1876 davanti a Johannes Zukertort e negli anni seguenti andò a podio sempre davanti alle pietre miliari dell’epoca come Isidor Gunsberg. Partecipò anche al famigerato torneo di San Pietroburgo del 1914 vinto da Emanuel Lasker, secondo campione del mondo. Disputò diversi match con alterne sorti sempre con Steinitz, Gunsberg e Zukertort e ideò un gambetto, scorretto ma efficace e pieno di trappole, che porta ancora il suo nome. Morì nel 1924.

Di seguito una partita di Blackburne che rimarrà sempre impressa nella mia memoria, poiché fu una delle prime che conobbi quando mossi i primi passi nello studio della tattica su un libro di Garry Kasparov:

Blackburne -Schwarz ( Berlino 1881)

1. e4, e6; 2.d4, d5; 3.exd5,exd5; 4.Cc3,Cf6; 5.Cf3,Ad6; 6.Ad3,c6; 7.0-0,0-0; 8.Ce2,Ag4; 9.Cg3,Dc7; 10. Ae3, Cbd7; 11. Dd2, Tfe8; 12. Tae1, Ce4; 13. Dc1, Axf3; 14. gxf3, Cxg3; 15. hxg3, Axg3; 16. Rg2, Ad6; 17. Th1, Cf8; 18. Th3, g6; 19. Teh1, Tad8; 20. Ag5, Td7; 21. c4, dxc4; 22. Axc4, h5; 23. Th4, b5; 24. Ab3, Ce6; 25. Af6, Cf4+; 26. Dxf4!!, Axf4; 27. Txh5, gxh5; 28. Txh5 e il nero abbandonò poiché il matto in h8 è imparabile.

Francesco Ciuchi

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